Valori tecnici tanto (troppo) diversi

“Quando facciamo visita alla casa del Diavolo è sempre un inferno. Cambiano le stagioni, ma non i risultati: 7-1 nelle ultime due partite al Meazza, sponda Milan. E così quella memorabile doppietta di Melonari che piego il Milan in coppa Italia (2-1) nel preistorico 1964 è destinata a rimanere un unicum nella storia biancorossonera. Chissà quando la storia cambierà…”. Comincia così la rubrica settimanale Il Guazz… abuglio di Andrea Guazzoni sul Giornale di Monza – in edicola questa settimana e in versione digitale – a commento del ko (0-3) del Monza contro i rossoneri di Pioli

 

Bisognava giocare con il randello

 

“In campo i valori tecnici e agonistici erano tanto (troppo) diversi, ma questo si sapeva – aggiunge Andrea Guazzoni – Piuttosto si sperava che aggressività, verve e impianto di gioco biancorossi potessero rendere la partita un po’ meno scontata. A San Siro non bastava una partita “normale”, bisognava giocare con il randello, mica di fioretto. E così è finita (male) come si poteva immaginare già dopo 120 secondi”, con riferimento al gol-lampo dell’olandese Reijnders.

 

Organizzazione di gioco e qualità individuale

 

Il giornalista riprende le dichiarazioni del tecnico biancorosso, Raffaele Palladino, dopo la partita: “Negli ultimi sedici metri non contano gli schemi, bensì la qualità individuale. Un concetto tanto semplice quanto condivisibile, perché l’organizzazione tattica senza la giocata risolutiva è come corteggiare una bella ragazza senza riuscire a conquistarla”. Chissà se il mercato invernale potrà regalare qualche novità all’organico dei biancorossi, peraltro privi per motivi diversi di Caprari e Gomez.