
Una Juve ancora “incompiuta”
Archiviata la brutta sconfitta di Lecce, il Monza di Nesta torna allo U-Power Stadium per sfidare la Juventus. I biancorossi non vincono tra le mura amiche addirittura dallo scorso marzo e partite di questo tipo, contro avversari così forti, possono essere dei crocevia importanti in caso di risultato positivo. Le assenze di Maldini, squalificato, e Djuric, infortunato, sono sicuramente pesanti ma i ragazzi agli ordini di Nesta dovranno essere bravi a competere fisicamente contro una Juventus molto muscolare. Proprio qui sotto vi andiamo a presentare i bianconeri.
Come arrivano alla sfida i nostri avversari
Zero sconfitte in campionato ma troppi pareggi. La nuova Juventus di Thiago Motta è una squadra molto difficile da battere ma allo stesso tempo molto vulnerabile con una fase difensiva apparsa troppo scoordinata nelle ultime uscite. Non a caso nelle ultime due partite casalinghe in campionato i bianconeri hanno subito 4 gol, 2 con il Bologna e 2 con il Venezia, lasciando per strada punti pesanti per la rincorsa al quarto posto che è l’obiettivo minimo della stagione. In trasferta il ruolino di marcia parla di 3 vittorie e 4 pareggi con 13 gol fatti e solamente 5 subiti. Numeri che raccontano abbastanza bene quanto questa squadra riesca ad essere efficace dal punto di vista difensivo contro squadre che si aprono maggiormente senza agire per forza in contropiede, cosa che invece avviene quando si gioca all’Allianz Stadium. Da segnalare che dei 5 gol subiti in trasferta 4 sono arrivati nel pirotecnico 4-4 contro l’Inter, questo vuol dire che nelle restanti 6 partite lontano da Torino la Juventus ha subito un solo gol. Fin da inizio campionato Thiago Motta ha dovuto far fronte a numerosi infortuni anche gravi come nel caso di Bremer e Cabal che hanno concluso anzitempo la propria stagione. Anche Nico Gonzalez, uno degli acquisti estivi di maggior qualità, è mancato per diverse partite anche se in Coppa Italia ha dimostrato di essere tornato alla grande. I 9 punti di distacco dall’Atalanta capolista non permettono di pensare allo scudetto in questo momento, ecco perché per la Juve sarebbe già importantissimo ricucire il piccolo gap che la divide dalla zona Champions League.
L’assetto tattico
La Juve vista in questi primi mesi è stata schierata in campo praticamente sempre con il 4-2-3-1. Gli esterni difensivi sono molto importanti perché, come abbiamo notato nel match in Coppa Italia con l’asse Savona-Conceicao, devono riuscire sia ad essere efficaci in difesa ma anche a cercare di sovrapporsi con costanza in modo da regalare più opzioni offensive possibili. Che sia a destra o a sinistra i bianconeri sfruttano molto le incursioni dei due terzini per permettere ai due trequartisti esterni di arrivare all’uno contro uno il più vicino possibile all’area di rigore. Fino ad ora non abbiamo visto una squadra che cerca la verticalità ma piuttosto un possesso palla che punta a liberare gli esterni o a creare qualche corridoio centrale alla ricerca della prima punta, Vlahovic. Proprio l’attaccante serbo viene spesso incontro per aprire il gioco o appoggiarsi ai centrocampisti allontanando uno dei difensori avversari dalla propria zona di competenza. Quando la Juve riesce a dialogare con velocità e precisione diventa una squadra insidiosissima perché la qualità dei giocatori offensivi è di altissimo livello. Basti pensare a Yildiz o Conceicao che amano il dribbling per creare superiorità numerica per poi andare a servire direttamente Vlahovic o uno dei centrocampisti che si è inserito. In mezzo al campo stanno cercando di migliorare la loro chimica Thuram e Locatelli. Il primo ha il compito di spezzare le azioni avversarie e di ripartire sfruttando doti atletiche elevatissime che gli permettono di essere un vero e proprio box-to-box. Locatelli, invece, rappresenta la mente della squadra e infatti da lui passano la maggior parte dei palloni all’inizio delle azioni d’attacco.
Giocatori chiave
Dopo l’infortunio gravissimo occorso a Bremer nella sfida di Champions contro il Lipsia, la Juventus ha trovato in Pierre Kalulu in vero e proprio leader difensivo. Arrivato dal Milan in estate, con la formula del prestito con diritto di riscatto, il difensore francese si è preso subito il posto da titolare a suon di ottime prestazioni. In campo è molto bravo nell’uno contro uno dove riesce a sfruttare la sua velocità che gli permette di competere anche con gli attaccanti più veloci. Abile nelle letture e nel gioco aereo, Kalulu è diventato una pedina troppo importante per Thiago Motta. Risaliamo il campo per trovare Teun Koopmeiners. Il centrocampista olandese non è ancora ai livelli di Bergamo ma il sistema di gioco è completamente nuovo e ci vuole tempo per capire tutti i meccanismi. Resta il fatto che la sua presenza in campo è fondamentale per qualità e capacità tattiche. Koopmeiners si muove tantissimo e spesso riesce a trovare la miglior posizione per ricevere palla, questo diventa fondamentale quando poi riesce ad alzare la testa e a trovare libero uno dei compagni più avanzati per continuare la manovra. Contro un centrocampo abbastanza inesperto come quello biancorosso giocatori come Teun potrebbero prendere il sopravvento anche dal punto di vista fisico. In attacco abbiamo scelto, come terzo e ultimo nome, Kenan Yildiz. Il fantasista turco sta giocando una buonissima stagione con alti e bassi che sono assolutamente normali visto che sta giocando per la prima volta da titolare fisso, con il 10 sulla schiena, in un top team come la Juventus. Nella partita di qualche giorno fa in campionato Thiago Motta lo ha utilizzato come trequartista centrale a supporto di Vlahovic e i risultati sono stati buoni. In generale però Yildiz viene utilizzato come esterno alto a sinistra dove può sfidare nell’uno contro uno il diretto avversario per andare sul fondo o rientrare sul destro per calciare in porta.
Massimiliano Perego