Sconfitti con onore (ma i limiti restano)

In fondo il calcio è sempre un po’ come una metafora della vita: se non succedessero certi episodi, o se si realizzassero certe situazioni, probabilmente alcune dinamiche cambierebbero per sempre. E così, se poco prima del settantesimo minuto Piccinini non avesse annullato per una spinta vista solo da lui e probabilmente da altri due al Var il gol dell’uno a zero biancorosso, forse ora saremmo qui a parlare di un altro epilogo e celebreremmo, forse, una straordinaria prestazione contro una delle formazioni più in palla d’Europa. Invece, come nella vita, il giudizio spesso si dà solo in base ai risultati ottenuti… e allora ecco che la prestazione di Bergamo, la sconfitta di Bergamo, è l’ennesima prova di una squadra che difende e si difende benino ma che ha pochissime idee su cosa debba fare con il pallone tra i piedi e che quindi soccombe, ancora una volta. Il rischio di prendere una ‘rumba’ clamorosa era alto, altissimo visti gli ultimi risultati della Dea, e il fatto di aver smorzato i bergamaschi per 70 minuti di gioco dovrebbe comunque essere fattore positivo. Resta il fatto che però poi con le squadre alla nostra portata non va meglio e, al di là degli uomini scelti e delle scelte più o meno consapevoli di turnover, se si cambia l’ordine degli addendi, ma si gioca sempre così male, i punti non si fanno con nessuno o se ne fanno davvero pochini.

 

Le idee di gioco di Alessandro Nesta

 

Continuo a dire che un modulo senza tutti questi esterni che non abbiamo o che non abbiamo di qualità sarebbe preferibile ma mister Nesta ormai ha l’idea di gioco chiara, o almeno così sembra e difficilmente cambierà (anche se saper cambiare, proprio come nella vita, alle volte è un pregio). Di fronte il Milan, bastonato dal Napoli e desideroso di riscatto, l’anno scorso fu un trionfo, possiamo solo sperare che la storia si ripeta e che, come nella vita, accada per una volta ancora una favola.

 

Lorenzo Titaro