
Recalcati: rolleiflex in mano e pallone ai piedi per decenni (2a p.)
Danilo Recalcati, per gli amici semplicemente ‘La iena’, mise piede per la prima volta allo stadio Gino Alfonso Sada il 20 marzo 1966, in occasione di Monza-Genoa, partita della venticinquesima giornata del campionato di Serie B, al fianco di papà Enrico, amante del Monza ed appartenente al focoso gruppo di tifosi del bar San Maurizio di via Vittorio Emanuele. Il battesimo non fu però dei più felici, in quanto la squadra di casa, guidata dalla panchina da Vincenzo Rigamonti, dovette soccombere ai forti avversari per 1-4. Era il Monza del neo presidente Enzo Redaelli, subentrato, ad inizio stagione, al leggendario Claudio Sada e con, schierati in campo, i vari Ciceri (Castellini si affacciava allora sulla scena, come portiere di riserva), Alfredo Magni, Fontana, Ghioni, Melonari, Ferrero, Prato, Sacchella, Claudio Sala, Vivarelli e Vigni, quest’ultimo proclamato a fine stagione, miglior marcatore locale con 10 gol. Nonostante il cambio d’allenatore, effettuato a tre giornate dal termine del torneo, dopo cinque sconfitte consecutive e in piena zona retrocessione, la formazione brianzola, con Bruno Dazzi nuovo trainer, precipitò in Serie C (tre pareggi negli altrettanti incontri conclusivi del torneo non bastarono per raggiungere la salvezza). Per farsi perdonare l’umiliante sconfitta casalinga fatta, malauguratamente, sorbire al figlio, per la prima volta sugli spalti del ‘Sada’, papà Enrico pensò bene, un mese e mezzo dopo, di portare il giovane Danilo a San Siro, in un palcoscenico di grande prestigio per assistere a Inter-Juventus. Anche in questa gara le reti realizzate furono parecchie, con i nerazzurri del presidente Angelo Moratti e del ‘mago’ Helenio Herrera in panchina vittoriosi 3-1.
L’esordio come fotografo nel 1966, allo stadio Sada per Monza-Reggiana
‘La iena’ esordì invece, con la macchina fotografica tra le mani, il 5 giugno 1966, al ‘Sada’, per Monza-Reggiana, gara della trentaseiesima giornata di campionato, conclusasi con il deludente risultato di 0-0. Per lui, entusiasmo alle stelle alla vigilia per il tanto sospirato incarico ricevuto dal suo datore di lavoro, ma poi poca gioia in campo, con la squadra del nuovo condottiero Dazzi per nulla incisiva e ormai destinata alla retrocessione, cosa poi puntualmente avvenuta da lì a poco. Da quel giorno Danilo non smise più di frequentare lo stadio monzese, ma anche l’Autodromo, teatro ideale per fotografie artistiche e di grande effetto spettacolare. Al G.P. d’Italia di F.1 del 1976, dopo tante giornate vissute lungo il tracciato della pista e ai box, il giovane fotografo monzese incominciò a farsi conoscere nel ‘giro’, immortalando il pilota della Ferrari Niki Lauda, al rientro alle corse dopo il devastante incidente del Nurburgring, in un impressionante primo piano, con il volto tumefatto ed un orecchio mezzo bruciacchiato. Sul finire degli anni Settanta, ad un quinquennio dalla morte di Peppino Levati, il suo primo padrone e maestro, stroncato da un male allora considerato incurabile, il rampante reporter optò quindi per il grande salto e, abbandonato l’ambiente della Brianza, che gli andava decisamente, troppo stretto, approdò a Milano, nello studio pubblicitario dell’esperto e molto considerato professionista Raul Zini.
La foto mancata (con la nuova tuta) a Gilles Villeneuve, in procinto di lasciare la Ferrari
Qui, nella primavera 1982, a Danilo si presentò l’occasione per lo scoop della vita: fotografare, con la nuova tuta, confezionata con i loghi dei nuovi possibili sponsor e senza il simbolo del mitico Cavallino, il pilota Gilles Villeneuve, in procinto di lasciare la Ferrari per passare, come uomo di punta, nel suo inedito team, in avanzata fase di realizzazione. Poi, il drammatico e spettacolare incidente dell’ 8 maggio sulla pista di Zolder con Jochen Mass mise fine, inesorabilmente, al clamoroso progetto del campione canadese e ai sogni dello smanioso Recalcati, che lo doveva incontrare a Milano, due giorni dopo la trasferta belga, per il servizio concordato. Mente dell’operazione sfumata era stato il giornalista monzese Lino Rocca, ex corrispondente da Monza de L’Unità, spesso presente al ‘Sada’ e destinato, prima della devastante uscita di pista di Gilles, a diventare l’addetto stampa della nuova scuderia, con monoposto disegnata dall’ingegnere transalpino Gérard Ducarouge e con René Arnoux già previsto compagno del povero driver nordamericano, grazie anche ad una ricca sponsorizzazione in arrivo dall’Arabia Saudita. Il rinomato studio pubblicitario Zini offriva, indubbiamente, un’attività interessante, ma anche molto statica per un collaboratore in cerca di avventure fotografiche di vario genere e in giro per il mondo come il rampante Danilo. Così, dopo due anni di apprezzato servizio, ‘La iena’ passò alle dipendenze dell’agenzia fotogiornalistica ‘Aelle’ di Arnaldo Liverani, uno dei nomi più in voga nel settore. Qui restò sino all’inizio del 1987, per poi aprire, sempre a Milano e con due soci, la Controluce, società in stretto contatto con le più diffuse testate nazionali, in modo diretto e tramite la nota Agenzia Farabola di Milano. Il reporter brianzolo lavorò intensamente anche per la Reuter, realizzò complicati servizi per il giornalista, scrittore e personaggio televisivo Sandro Mayer, fornì all’ACI e all’Automobile Club Milano materiale fotografico delle principali corse automobilistiche e di moto, in programma a Monza e sulle principali piste del mondo, per i loro archivi storici e, con l’amico Pepi Cereda, seguì alcuni progetti di primo piano per Mediaset.
(Fine seconda parte)
Enzo Mauri
Nella foto: Danilo Recalcati insieme a Vasco Rossi nei primi anni Ottanta, a Riva del Garda.