Quel qualcosa che (ancora) ci manca…

Qual è la vera dimensione del Monza? Quella di una squadra che può (poteva) realmente ambire a un piazzamento nel calcio europeo, oppure quella di una squadra che in questi due primi campionati di serie A della propria storia ha dato per ciò che poteva dare, rendendosi comunque artefice di due stagioni assolutamente positive? Secondo il nostro parere, la soluzione è la seconda: sotto la gestione di Palladino, la squadra biancorossa non ha mai bazzicato nelle zone pericolose della classifica, ma le è sempre mancato (e le manca tuttora) quel valore aggiunto in grado di poter lottare per qualcosa di più ambizioso.

 

Un rimpianto chiamato “Papu”

 

I motivi di questo “Vorrei ma non posso” sono sostanzialmente due, che sono poi l’uno la conseguenza dell’altro; la rosa è decisamente valida, ma mancano a nostro avviso giocatori con quel qualcosa in più capace di produrre un mix esplosivo di qualità: esperienza, mentalità e abitudine a gestire determinate situazioni emotive. A detta di molti, un giocatore in particolare avrebbe potuto far coltivare al Monza sogni a tinte europee: quel giocatore si chiama Papu Gomez, ma purtroppo sappiamo com’è andata a finire la bella favola.

 

Con il Napoli poche ripartenze sull’ 1-0

 

Tuttavia nelle ultime due settimane i biancorossi hanno avuto l’opportunità di salire sulla rampa di lancio verso sogni arditi e magari un po’ meno proibiti, però contro il Torino (episodi arbitrali a parte) è mancata nella sostanza quella determinazione con cui si dovrebbero affrontare certi esami di maturità. Contro il Napoli, avversaria sempre capace di far male nonostante gli alti e (tanti) bassi di questa stagione, è invece mancata l’esperienza e il mestiere cui accennavamo poc’anzi. Vero che gli azzurri partenopei hanno estratto dal cilindro tre gol uno più bello dell’altro, ma è altrettanto vero che il Monza ha cominciato con largo anticipo un possesso palla poco redditizio e altresì pericoloso, nell’economia di una gara dove sarebbero servite di più ripartenze veloci e verticali. Nessuna critica, per carità, solo la constatazione di come questa squadra non riesca probabilmente a produrre più di quanto ha saputo fare brillantemente fino a oggi. C’è di che essere ampiamente felici così, la prossima stagione sarà probabilmente un’altra storia, tutta da scrivere e con scenari societari che potrebbero davvero avere i connotati di una vera e propria rivoluzione. Per adesso… solo applausi, e tanti, a questa squadra.

 

Gianni Santoro

 

Foto: AC Monza