Quando il Napoli bocciò un certo Claudio Sala…

Nel calcio, come del resto in altre discipline, ci sono magiche intuizioni così come solenni “topiche” di cui pentirsi amaramente. Un esempio su tutti, visto che tra qualche giorno si giocherà Monza-Napoli, è rappresentato da Claudio Sala, l’indimenticato “Poeta del gol” la cui fulgida carriera ebbe inizio proprio in Brianza, con la maglia biancorossa. Nato a Macherio nel 1947, Sala esordisce in prima squadra nel 1966, in serie B, ma al termine di quella stagione la formazione biancorossa retrocede in C dopo ben 15 anni consecutivi di militanza cadetta. Claudio è uno dei giovani su cui Gigi Radice punta a occhi chiusi per l’immediata risalita, e la missione si compie un anno dopo, con Sala grande protagonista.

 

Il trasferimento all’ombra del Vesuvio

 

Il talento del giovane fantasista non sfugge agli occhi degli osservatori del Napoli, che nell’estate del 1968 lo acquistano per 125 milioni di lire. La condizione della società brianzola è che il ragazzo resti però un’altra stagione a Monza; al termine di quell’annata, Claudio Sala diventa un effettivo calciatore del Napoli, società che dopo un brillante secondo posto dietro al Milan campione d’Italia cerca di alzare il tiro con gli innesti di qualche giovane promessa oltre ai “senatori” del calibro di José Altafini e, soprattutto, Omar Sivori, al tramonto della propria, grandissima carriera. Nella stagione 1968/69 il Napoli disattende le aspettative della vigilia, rimediando un settimo posto finale nel campionato di serie A¸ Claudio Sala, da par suo, disputa 23 gare di campionato e mette a segno due gol.

 

Il Toro mette gli occhi sul “Poeta del gol”

 

Un rendimento ampiamente positivo, tanto che il Torino di Orfeo Pianelli, alla ricerca di un giocatore che prenda il posto dello sfortunato Gigi Meroni nel cuore della tifoseria granata, bussa alla porta della società partenopea offrendo quasi mezzo miliardo della vecchie lire, cifra assai considerevole per quegli anni. I dirigenti azzurri non si fanno certo pregare: il Napoli ha un passivo societario di un miliardo e ottocento milioni (sempre in lire) e quel denaro può quantomeno dare un po’ di ossigeno finanziario. A Torino, Claudio Sala diventerà “Il Poeta del gol”, giocando fino al 1980 per un totale di 286 presenze in campionato condite da 25 reti, e vincendo la Coppa Italia nel 1971 e lo scudetto nel 1976. Il Napoli, dopo l’addio al calcio di Omar Sivori e la cessione di José Altafini alla Juventus (con la maglia bianconera il brasiliano vivrà una seconda giovinezza), convivrà per qualche tempo con il fardello di un rimpianto, quello per Claudio Sala, difficile da metabolizzare.

 

Gianni Santoro

 

Foto: Caprotti