Piccoli ma chiari segnali di rinascita

Sono stato e sono molto critico nei confronti del Monza quest’anno ma, per una volta dico, va bene così; il pareggio nel derby con il Como è un buon pareggio, è un discreto punto di partenza da cui provare a ripartire, non tanto per il risultato in sé o per la prestazione da un punto di vista tecnico (anche ieri, tanti, troppi errori di passaggio, di scelte, di giocate), è soprattutto la reazione nel secondo tempo a farmi sentire lievemente incoraggiato. Come sempre concediamo un tempo, timidi, impacciati, ci facciamo schiacciare da una formazione che quest’estate a proclami avrebbe potuto vincere la Champions sulla carta e poi nella realtà è davvero poca cosa, però troviamo la voglia e la forza di reagire con un Maldini in più nel motore e un Dany Mota in meno che, quando gioca come ieri, viene da chiedersi come faccia a stare in certe categorie, salvo poi la settimana dopo fare magari due gol da fenomeno. Certo la rete del pareggio arriva su calcio di rigore netto trasformato da Caprari, ieri molto positivo, e probabilmente senza questo episodio avremmo fatto molta più fatica a segnare, ma va detto che il Monza dei secondi 45 minuti ha mostrato grinta, voglia e carattere tanto da prendere in mano il pallino del gioco per cercare di portare a casa un successo esterno che sarebbe stato prezioso quanto stimolante per cominciare una stagione diversa e che sarebbe arrivato all’ultimo secondo se il piedone di Djuric non avesse centrato il palo tutto solo in area. Tutti presupposti che fanno perlomeno sperare di poter migliorare ancora nelle prossime partite.

 

Volontà e passione per sopperire alle lacune

 

E certo sappiamo bene che i problemi restano: l’incertezza societaria, i costanti infortuni di chi (Sensi) avrebbe dovuto essere l’unico acquisto estivo a centrocampo, le volontà abbinata ai piedi sbilenchi dei nostri esterni, la carenza di qualità in mezzo al campo, ma dopo la partita di ieri sappiamo anche che queste lacune possono essere sopperite, perlomeno in termini di volontà dalla passione e dall’attaccamento alla maglia mai così evidente come ieri. Ultima menzione per un altro figlio di Monza e della Brianza: Luca Caldirola, che ha piano piano perso la sua titolarità in squadra ma che quando ha l’occasione, come ieri (per me migliore in campo) ricorda sempre a tutti cosa vuol dire essere “del Monza”.

 

Lorenzo Titaro