Palladino per sempre nel cuore, il Monza ti ringrazia

13 settembre 2022. Una data destinata a rimanere nei ricordi più felici di tutto il popolo biancorosso. Già, perché quel giorno veniva ufficializzato come nuovo allenatore della prima squadra del Monza Raffaele Palladino. L’inizio della prima, storica, stagione in Serie A fu a dir poco complicato con 5 sconfitte nelle prime 5 gare. A Lecce, nella sesta giornata, gli uomini di Stroppa portano a casa il primo punto nonostante una prestazione ben al di sotto della sufficienza. Ed ecco il lampo di genio di Silvio Berlusconi che sceglie di affidare la prima squadra a Palladino che aveva iniziato la stagione come allenatore della Primavera. L’avventura inizia dunque allo U-Power Stadium contro niente meno che la Juventus. Nella prima formazione di Palladino spicca un cambio modulo, da 3-5-2 a 3-4-2-1, e questo sarà un vero e proprio marchio di fabbrica del Monza nel prosieguo del campionato. Ciurria viene lanciato dall’inizio sull’out di destra, Rovella fa coppia con Sensi a centrocampo con Pessina che alza il suo raggio d’azione aiutando Caprari ad assistere l’unica punta Dany Mota. Il vero cambio, però, non riguarda i giocatori o il modulo ma l’atteggiamento. E’ chiaro fin da subito che i ragazzi in campo hanno un altro piglio, un’altra cattiveria agonistica. Arriva così la prima vittoria in Serie A grazie al sigillo di Gytkjaer e ad una fase difensiva praticamente perfetta. Non si poteva certo immaginare un inizio migliore per il mister napoletano.

 

Una prima stagione da applausi

 

Il Monza stupisce, gioca un calcio offensivo e in sequenza domina la Samp a domicilio e lo Spezia in casa. Lo stile di gioco inizia ad assomigliare a quello che attua Gasperini con la sua Atalanta. Un ruolo chiave lo hanno gli esterni di centrocampo che all’occorrenza diventano attaccanti esterni o terzini, ricordate Hateboer e Gosens? Carlos Augusto e Ciurria vivranno una stagione incredibile con 6 gol a testa e 11 assist in totale. La crescita di Carlos Augusto lo porterà a diventare un vero e proprio esterno moderno, capace di rientrare in mezzo al campo sfruttando gamba e tecnica. Le sue sgroppate sono ancora nei nostri occhi. Ciurria invece è stato un vero e proprio jolly. E’ stato utilizzato come esterno, come mezz’ala e anche come trequartista. Questo gli ha permesso di giocare praticamente sempre diventando una pedina inamovibile nello scacchiere tattico biancorosso. La prima stagione si chiuderà con numeri incredibili e risultati indimenticabili. Citiamo per esempio la storica vittoria di San Siro contro l’Inter o il pareggio interno sempre con i nerazzurri arrivato in pieno recupero. Come non parlare poi della vittoria sul campo della Juventus con Carlos Augusto e Ciurria, manco a dirlo, autentici mattatori della sfida. E poi la rimonta casalinga contro la Fiorentina da 0-2 a 3-2 e la vittoria interna contro il Napoli che da poco si era laureato campione d’Italia. Insomma, una stagione da incorniciare dove Palladino ha letteralmente invertito la rotta in maniera netta. Idee di gioco ben precise, un calcio divertente e offensivo e, non da meno, l’aver dato importanza a qualsiasi componente della rosa.

 

L’esplosione di Andrea Colpani

 

Come fiore all’occhiello non possiamo non parlare dell’esplosione di Andrea Colpani che ha sfruttato al meglio le occasioni che gli sono capitate, anche complici i vari infortuni occorsi a Sensi e Rovella che hanno obbligato il mister ad arretrare Pessina a centrocampo. Il gol contro il Verona nella sfida valevole per la tredicesima giornata di campionato è stato il vero apripista per Colpani che da quella partita in poi si è guadagnato sempre più minuti fino a diventare un elemento imprescindibile soprattutto nel girone di ritorno. Tatticamente parlando il numero 28 biancorosso, come caratteristiche, ha fin da subito dimostrato di calzare alla perfezione nel ruolo di trequartista in un Monza già abbastanza rodato sotto la guida di Palladino. Nella seconda stagione, quella appena conclusa, Palladino ha attuato un cambio modulo verso fine febbraio. I due pareggi senza reti contro Udinese e Verona spinsero il mister a cambiare qualcosa per dare maggior imprevedibilità. Come disse più volte nelle varie conferenze gli avversari cominciavano a capire lo stile di gioco biancorosso, ed ecco la svolta. Monza-Milan, 18 febbraio 2024, una partita marchiata a fuoco nella storia del Monza come una delle vittorie più belle ed emozionanti. Ma non solo, il cambio tattico di cui vi accennavamo arriva proprio in questa sfida. Niente difesa a 3, si va a 4 con due centrocampisti e 3 trequartisti alle spalle della punta. Un atto di coraggio per Palladino che contro un top team come il Milan decide di svoltare giocando ancora più offensivo del solito. Il risultato è un 4-2 pirotecnico con i rossoneri capaci di rimontare due gol e con il Monza che non molla centrando la vittoria grazie ai sigilli di Bondo, al novantesimo minuto, e Colombo. Uno degli uomini chiave di questo cambio modulo è Andrea Carboni. Utilizzato pochissimo nel girone d’andata diventerà invece molto importante dalla sfida contro il Milan in poi. Se da una parte la spinta di Birindelli è costante, Carboni si occupa maggiormente della fase difensiva permettendo al trequartista di sinistra di avere maggiore libertà. Nelle successive partite i biancorossi metteranno al sicuro la classifica con due vittorie esterne prima a Salerno e poi a Genova sponda rossoblù.

 

L’orgoglio e il senso di appartenenza

 

Per concludere, la storia di Raffaele Palladino al Monza è stata costellata di soddisfazioni. Ci siamo divertiti a veder giocare il Monza che in questi due anni ha raccolto risultati storici. Tutto questo con molti italiani in campo, fattore che genera molto orgoglio e senso di appartenenza in tutto l’ambiente biancorosso. Un grazie è il minimo e non possiamo che augurare il meglio ad un uomo, prima che un allenatore, che ci è entrato senza troppi fronzoli dritto nel cuore.

 

Massimiliano Perego

 

Foto: AC Monza