Melonari e quella doppietta contro il Milan (pt.2)

A cura di Enzo Mauri

 

Mario Confalonieri, uomo conosciutissimo a Monza, oltre che responsabile della sicurezza allo stadio per il Calcio Monza, è stato validissimo assicuratore per una vita e coordinatore della locale S.I.A.E. (Società Italiana Autori ed Editori), per il controllo della gestione e veicolazione dei biglietti d’ingresso in tutte le location d’intrattenimento e di spettacolo brianzole, ‘Sada’ e ‘Brianteo’ compresi.

 

Lo si ricorda, in modo particolare, impegnato fuori e dentro lo stadio monzese: bassa statura, fisico asciutto da fantino, sempre disponibile ed elegante, spesso con un pizzico di piacevole eccentricità, in giacca blu, camicia bianca, immancabile farfallino azzurro o scozzese, pantaloni dalla piega perfetta, qualche volta persino di audace colore rosso bordeaux, cappellino in testa per ripararsi dal freddo nella stagione invernale e con l’apparecchio radioricevente sempre acceso nella mano destra.

 

‘Mariolino’, come lo chiamano confidenzialmente gli amici, chiacchierando in compagnia, trova sempre parole di elogio per la moglie Giancarla, mancata nel 2015, non nascondendo mai di nutrire grande e particolare stima anche per altre due donne: Marinella Farina, la storica segretaria del Calcio Monza, e la venticinquenne nipote Elisa Confalonieri.

 

Con la prima aveva collaborato al ‘Monzello’ , in grande armonia e sintonia, per parecchio tempo, soprattutto dopo il suo pensionamento dalla Ras Assicurazioni, avvenuto al termine del quarantaduesimo anno di presenza in ufficio e fino alla brusca interruzione del rapporto di lavoro della dinamica Marinella con la società biancorossa presieduta da Nicola Colombo. Via lei, Mario non se l’è più sentita di mettere piede né nella sede di via Ragazzi del ’99, né allo stadio, ripromettendosi di rifugiarsi stabilmente in casa. Ad interrompere la forzata solitudine dell’ex responsabile della sicurezza allo stadio, ci ha però pensato, ben presto, la vivacissima Elisa, coinvolgendolo direttamente nella sua personale e moderna attività da poco intrapresa con i social.

 

Una “nuova” giovinezza

 

Così, con il nonno sempre presente e brillante negli interventi, raccontando e condividendo sul PC, come sui telefonini, le avventure famigliari vissute insieme nei frequenti incontri tra le mura domestiche e per le vie della città, la giovane nipote è arrivata a conquistare circa 235.000 followers su TikTok e ad avere un’audience considerevole anche su Instagram. Tutto questo grazie alla simpatia di entrambi, ma anche per le riconosciute perle di saggezza derivanti da queste originali e curiose apparizioni di grande impatto e seguito.

 

Nonno Mario, 90 anni compiuti, interista con il cuore biancorosso, attivissimo anche su Facebook, indipendente nella vecchia abitazione di via Stelvio, guida ancor oggi egregiamente la sua macchina, il cui volante non vuole mai cedere a nessuno, segue tutte le principali trasmissioni televisive, con un occhio particolare a quelle di sport e, dopo aver frequentato Ibiza e le più rinomate località balneari della riviera ligure, da diversi anni trascorre le vacanze nella sua casa di Mairie d’Antibes Juan les Pins, in Costa Azzurra. A volte, a fargli compagnia in terra francese, arrivano, a turno, i suoi due figli Marco e Roberto, le nuore ed i cinque nipoti.

 

Con Mariano Melonari e con la simpatica moglie dell’ex giocatore, una professoressa siciliana molto quotata in Brianza, Mario Confalonieri, ora anche personaggio tv, con presenze saltuarie a ‘Le Iene’ e ‘La vita in diretta’ in occasione della Festa dei nonni, in passato era solito dialogare sotto casa sui problemi del loro condominio, con qualche immancabile divagazione pure sulle vicende calcistiche biancorosse.

 

La firma della carriera

 

‘Melo’, a coronamento di positive ed apprezzatissime annate trascorse con la maglia biancorossa, in Brianza, è passato alla storia per le prodezze di un giorno speciale, domenica 6 settembre 1964. In quell’occasione, il centrocampista di Vittorio Malagoli mise a segno, nella prima giornata di Coppa Italia, la ‘doppietta’ con la quale il Simmenthal-Monza conquistò per 2-1 la sua finora unica vittoria contro il Milan, a rete per primo al 12’ con David per il provvisorio vantaggio.

 

Melonari segnò prima il pareggio (foto di apertura), al 56’ su azione, dopo una lunga e strepitosa fuga verso Barluzzi e, quindi, il gol del successo al 9’ del primo tempo supplementare, su calcio di rigore decretato dall’arbitro Orlando per fallo di mano in area di Bacchetta. Alla concessione del penalty, David, brillante autore del gol rossonero, perse le staffe e venne giustamente espulso dal direttore di gara per proteste.

 

Giuseppe Ferruccio Viani, detto ‘Gipo’, ma anche ‘Lo sceriffo’, sia per i suoi metodi di comando, che per una certa somiglianza con John Wayne, da direttore tecnico della squadra milanese, dopo essere stato grande centrocampista (esordio in ‘A’ il 6 ottobre 1929 in Ambrosiana-Livorno 2-1 e subito conquista dello scudetto con la maglia nerazzurra) ed altrettanto illuminato allenatore (639 presenze nella massima serie e primo ad introdurre nel calcio il ruolo di ‘libero’ in modo sistematico), cercò, al termine della sfortunata gara, di giustificare la clamorosa sconfitta rossonera in Brianza con le importanti e forzate assenze registrate in formazione.

 

In effetti, Liedholm, per l’occasione, fu costretto a schierare a Monza un ‘undici’ rimaneggiato, privo, soprattutto, dei soliti titolari Gianni Rivera, Cesare Maldini e José Altafini. C’erano, comunque, in campo per il Milan giocatori del calibro di Trebbi, Trapattoni, Radice, David, Amarildo, Lodetti e Fortunato… Resta il fatto che Mariano Melonari, con le due determinanti reti realizzate, fu indiscutibilmente eletto re ed eroe di quel magico pomeriggio.

 

Il Cittadino, nell’edizione del 10 settembre 1964, sotto la regia dell’allora redattore Giovanni Fossati, titolò trionfalmente: ‘’𝘐𝘭 𝘔𝘪𝘭𝘢𝘯 𝘷𝘢𝘭𝘭𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘔𝘰𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘭𝘶𝘴𝘴𝘰!’’.

 

La straordinaria vittoria però, anziché stimolare i biancorossi e caricarli a dovere verso nuovi successi in campionato già dalle battute iniziali, finì per appagarli e distrarli, tanto che, nelle prime due trasferte al sud, gli uomini di Malagoli rimediarono solo un punticino (pareggio 1-1 a Catanzaro e sonante sconfitta per 5-0 a Napoli).

 

La rivincita tra Monza e Milan avvenne, invece, il 15 settembre 1968, sempre al ‘Sada’ ed ancora in Coppa Italia, e, questa volta, i rossoneri si imposero con un perentorio 0-3, con reti di Prati al 55’, Hamrin al 56’ e Schnellinger al 63’.

 

Ma Mariano Melonari, vero trascinatore della squadra brianzola, un lottatore mai domo, quel giorno non figurava più in campo. Se n’era già andato da tempo dalla Brianza, dopo una felice militanza dal 1960 al ’66 con la maglia biancorossa, per fare le fortune del Marzotto Valdagno.

 

Foto: Il Cittadino

 

Enzo Mauri