Maldini III°, quando il talento sboccia in provincia

Il sangue non è acqua e i geni ereditari che si tramandano in linea retta di genitore in figlio sono scienza consolidata ed indiscussa. La dinastia della famiglia Maldini in maglia rossonera ne costituisce la migliore delle riprove e la scala del calcio nostrano non poteva che essere il migliore teatro per mettere in scena cotanta abilità pedatoria. Primo fu nonno Cesare, venne poi il tempo di papà Paolo ed infine ecco giungere il momento del figlio e nipote d’arte Daniel Maldini, che, mandato a farsi le ossa in provincia, sta iniziando a trovare oltre alla qualità anche la continuità delle giocate e, con essa, soprattutto la dote di essere decisivo per le sorti della propria squadra. Dopo le esperienze costruttive di La Spezia e di Empoli il talento dell’ultimo dei Maldini sta nitidamente sbocciando in terra brianzola, con la maglia biancorossa del Monza.

 

La “cura” Palladino

 

In Brianza, grazie al sapiente lavoro mirato operato dal santone Raffaele Palladino, Daniel sta emergendo a suon di assist e, soprattutto, reti decisive, ben tre nelle ultime quattro sfide di campionato del club di proprietà della famiglia Berlusconi, già proprio gli eredi di quel Silvio che tanti meravigliosi nessi ha con la gloriosa storia del Milan, società da cui egli è arrivato in prestito. Maldini junior entra e sblocca il risultato a Salerno contro una squadra granata che si stava rivelando più scorbutica e ostica del preventivato per i biancorossi lombardi, e successivamente decide i match contro il Genoa a Marassi ed il Cagliari all’U-Power Stadium. Tre reti pesanti quanto di pregevole fattura e denotanti una chiara crescita dell’ex enfant prodige rossonero a livello di personalità, consapevolezza dei propri importanti mezzi e sagacia tattica, dote quest’ultima indispensabile per incidere in massima serie italiana.

 

Tre reti, tutte decisive

 

Analizziamo le tre reti del Golden Boy del Monza: all’Arechi contro la Salernitana: Maldini prende palla sulla corsia sinistra offensiva del Monza, scarica dietro su Gagliardini e attacca la profondità chiamando la verticalizzazione del compagno, per poi portarsi la sfera avanti d’esterno in corsa e freddare un incolpevole Ochoa con un destro a giro sul secondo palo. A Marassi, nel tempio quasi inviolabile del Genoa di Gilardino, il figlio d’arte decide un match tirato e combattuto con il più classico ed implacabile dei goal di rapina, da consumato bomber d’area di rigore, ribadendo in rete una respinta di Martinez sulla rasoiata dal limite dell’area piccola di Valentin Carboni. In casa contro il Cagliari, in cerca di punti pesanti in ottica salvezza, il giovane rampante classe 2001 realizza un’altra rete da tre punti con una pennellata d’autore su calcio di punizione in posizione centrale, grazie ad un destro chirurgico che supera la folta barriera isolana per andare a morire inesorabilmente nel sette alla destra di un esterrefatto Scuffet. Tre reti belle, quanto determinanti ,quanto diverse, atte a documentare quanto sia pregevole e variegato il repertorio di questo talento emergente di proprietà del Diavolo, giocatore che sta apparendo un predestinato a competere ai massimi livelli in brevissimo tempo.

 

Futuro in Brianza o… luci a San Siro?

 

Per Daniel Maldini, è facile ipotizzare, seguitando ad esprimersi a questi livelli di rendimento,  che l’anno prossimo interrompa il suo peregrinare per la provincia per fare ritorno alla casa madre del Milan, dove potrebbe trovare la sua più piena consacrazione. Un ragazzo brillante che ha debuttato già in Champions League con i rossoneri, che ha già segnato ai Milan e all’Inter con la maglia dello Spezia e che sta trovando continuità a Monza, non può non coltivare le giuste ambizioni di affermazione alla Scala del calcio e, perché no, con la maglia della nazionale maggiore italiana. Le premesse di crescita ci sono tutte, così come le speranze dei tifosi monzesi di goderselo ancora, e il tempo saprà come sempre essere galantuomo per l’ultima espressione della dinastia Maldini e, pertanto… luci a San Siro per Daniel?

 

Raffaella Sergio – Giornalista sportivo