Lino Rocca: da Villeneuve a Saini, con tanta passione (1a p.)

Lino Rocca, giornalista nato a metà degli anni Quaranta a Vimercate, ma monzese d’adozione, profondo intenditore di football, disciplina sportiva praticata in gioventù in piccole formazioni locali, e grande appassionato di motori, intraprese l’attività con la carta stampata poco più che ventenne. Una delle prime collaborazioni significative fu, nel 1971, dal giorno della sua fondazione, con Regione Express, settimanale d’attualità diretto da Giancarlo Pozzi e sorto con la velleitaria idea di far concorrenza in città al ‘Cittadino’ ed a L’Eco di Monza e della Brianza. Qui il giovane Lino si occupava prevalentemente del calcio così detto minore, praticato il fine settimana sui campi intorno al suo comune d’origine. Iniziò a farsi conoscere ed apprezzare nel ‘giro’, scrivendo, poi, ‘pezzi’ sui biancorossi del presidente Giovanni Cappelletti e spaziando pian piano anche su altri sport e sull’attualità, così che suoi interessanti servizi finirono per essere pubblicati su quotate riviste a livello nazionale, quali Guerin Sportivo, Il Calcio Illustrato, Sciare e sul settimanale di cronaca rosa Stop. Dal ruolo di corrispondente da Monza passò, poi, a quello di collaboratore fisso al quotidiano l’Unità, per le pagine di calcio, ciclismo ed automobilismo, con un occhio particolare sulla F.1 e sulle principali gare in programma all’Autodromo.

 

‘MONZAGOL’ E IL LIBRO ‘BIANCO SU ROSSO – LA STORIA DEL CALCIO MONZA’, I TRAMPOLINI DI LANCIO

 

Rocca fu anche ‘penna’ di spicco del periodico ‘Monzagol’, foglio d’informazione dei tifosi biancorossi diretto da Giancarlo Besana, aggiudicandosi, nel 1974 ex aequo con un collega, il Premio Toto Stampa, istituito tra tutti i giornalisti accreditati allo stadio ‘Sada’ per le partite casalinghe della compagine brianzola. Tre anni dopo, scrisse, con l’amico Giorgio Vegetti, specialista in statistiche e biografie, il libro ‘Bianco su rosso – la storia del Calcio Monza’, edito dalla Officina Grafica Brasca di Monza. Abitazione, come altri vari colleghi monzesi, situata nel quartiere Cazzaniga, statura medio-bassa, folti capelli mossi e scuri, baffi pronunciati, occhiali piuttosto spessi, Lino amava i ‘pezzi’ di colore, dove dava sempre il meglio di sé. Giorgio Vegetti era esattamente l’opposto del collega. Maniaco dei numeri, pure lui di statura limitata ma dalla capigliatura liscia e presto brizzolata, titolare di un negozio di vernici, lampadine ed altro materiale elettrico in via Prina, ad una cinquantina di metri dal Bar Varisco, sede dei Fedelissimi Biancorossi, l’atipico giornalista nostrano era soprannominato ‘L’Eugenio Danese del Monza’, per la sua mania di estrapolare e catalogare dati. Vegetti Iniziò la sua attività giornalistica nel 1958, redigendo per il bisettimanale monzese ‘Il Cittadino’ l’apposita rubrica riguardante le analisi ed i sondaggi sul calcio di casa e, due anni dopo, fu tra i fondatori del Monza Club. Per questa associazione sportiva, fece anche da addetto stampa, realizzando il periodico per i tifosi ‘Forza Monza’ e, nel 1970, ‘Un lustro di vita’, opuscoletto con il consuntivo del primo quinquennio del gruppo di seguaci nostrani. ‘’Ora che il nostro libro è ultimato ed in vostre mani – ci tennero a precisare gli autori nelle primissime pagine di ‘Bianco su rosso – la storia del Calcio Monza’, con una piccola presentazione ai lettori -, ci sentiamo in dovere di ringraziare pubblicamente anche gli amici monzesi che ci hanno aiutato, raccontandoci, in qualche caso ricostruendo, per averli vissuti in prima persona, i fatterelli o i fattacci della storia che vi stiamo per ricostruire. Alludiamo ai vari Besana, Camesasca, Ambrogio Caprotti, Angelo Corbetta, Fossati, Brizio Pignacca. A Frossi, che ci ha descritto, alle undici di sera e nei minimi particolari, il suo modulo applicato per primo in Italia a Monza e poi entrato prepotentemente tra le grandi strategie calcistiche. A Motta, archivista de La Gazzetta dello Sport, monzese purosangue per nascita e per tifo, guida insostituibile per capacitarci in una marea di dati e notizie utili. Ricordiamo ancora Valtorta, fotografo ineguagliabile, nei cui archivi giacciono stipati migliaia e migliaia di negativi, muti testimoni delle partite disputate dal suo Monza. Valtorta è capace di riconoscerti a distanza di anni il gol di Dazzi, la parata di Lovati contro il Derthona o il Canicattì in amichevole. Come scordarsi del Bruno Panzera, giornalista de l’Unità, anche lui monzese, d’adozione, gran conoscitore di calcio, abile a redigerti, lì per lì, una disamina tecnica su una partita di venti anni fa. E, ancora, il Danilo Recalcati, altro bravo fotografo; Parma Olivo, ex terzino del Monza, oppure Giovanni Passoni e Valli, altri atleti della squadra di casa, che ti raccontavano, con gli occhi luccicanti, come se stessero rivivendole, le gesta loro e dei compagni in maglia biancorossa.

 

IL RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A GIUSEPPE VERDERIO

 

Per ultimo, abbiamo lasciato Verderio, il Giuseppe Verderio. Per lui è difficile, arduo, trovare le parole. Crediamo che gli basti un solo grazie. Un grazie ed una stretta di mano per un uomo, un vero gentleman dello sport calcistico, in un mondo ormai contaminato dall’arrivismo e dall’esibizionismo. Grazie a tutti!’’. In uno dei primi capitoli del libro, si ricorda la nascita dei colori biancorossi, risalente agli inizi degli anni Trenta: ‘’Scompare la tettoia in ferro del mercatino coperto; i caratteristici venditori di merluzzo fritto e polenta diventano anacronistici fantasmi. Si asfaltano le vie più importanti e si costruiscono – oltre il Palazzo Comunale – diverse fontane. Muta anche il gonfalone del Comune: non più un sole in campo bianco, ma due bande orizzontali, una bianca ed una rossa, con in centro la corona e la croce di Teodolinda. L’A.C. Monza, adottati i colori biancorossi, deve adeguarsi alla difficile congiuntura economica, imporsi un regime di austerità e contenimento delle spese di gestione. Vengono ingaggiati soltanto giocatori locali, residenti in Monza, che si accontentano di duecento lire al mese e premi di partita ‘a scalare’: 25 lire per un eventuale pareggio interno, in via Ghilini, 50 lire in caso di vittoria a Monza e di pareggio in trasferta; 75 lire, infine, in caso di vittoria esterna.’’.

 

Enzo Mauri

 

(Fine prima parte)

 

Foto tratta dal libro “Bianco su rosso”