Le lacrime, sopra le macerie…

Poco da dire ancora, poco da scrivere, si chiede soltanto di mantenere la dignità. A questo punto della stagione, di questa stagione, cosa travagliata, così complicata come poche altre nella storia, che fa già sorridere così essendo solo la terza in Serie A, si chiede a tutti soltanto di avere un briciolo di amor proprio e di mantenere la dignità fino alla fine. Si chiede in primis ad una “società” che sta seriamente rasentando il ridicolo, perché ok voler retrocedere, ok non voler più investire perché ai figli non interessa nulla degli aspetti calcistici e dei sogni del padre, ma non è possibile svendere mezza squadra già in caduta libera cercando di sistemarla con qualche ragazzino sconosciuto che non giocava nemmeno nei suoi campionati di origine. Che si venda, e in fretta, perché di questo passo non solo si va in B, ma si va velocemente in C e chissà ancora dove.

 

Figuracce inaccettabili

 

Si chiede a Galliani, troppo saggio, troppo esperto, troppo importante nel panorama calcistico per farsi riprendere ogni domenica al secondo, terzo o quarto gol subito mentre sta a guardare una squadra senza né arte né parte che si squaglia al primo sole. Al di là di dove ha fatto la storia, ha fatto la storia del calcio, non la finisca in questo modo, con questo ricordo, dia un segnale forte e faccia qualcosa per capire che almeno lui che può non ci sta a questa farsa.
Si chiede all’allenatore, a qualsiasi allenatore che si siederà sulla nostra panchina: Nesta, Bocchetti, ancora Nesta e chissà chi altro. Certe figuracce sono inaccettabili, così come puntare su un ragazzo di 18 anni e sostituirlo dopo 30 minuti come se in panchina ci fossero i fenomeni. Dignità e impegno, le parole d’ordine fino alla fine di questo sciagurato campionato, i messaggi passano sempre dal capitano della nave che deve essere in grado almeno di far rendere tutti al massimo, anche quando il massimo è molto poco.

 

Almeno un briciolo di dignità…

 

In ultimo i giocatori che sono scarsi, molti, gente che non giocava in Serie C, gente che arriva da posti più o meno esotici, gente che ha più infortuni che partite all’attivo negli ultimi 5 anni: voi più di tutti cercate di mantenere la dignità fino alla fine, con grinta, con voglia, rispettando la maglia e quei tifosi che anche ieri hanno fatto chilometri, dedicato tempo e risorse, sacrificato affetti, come hanno fatto sempre, anche quando si giocava a Ciliverghe o a Renate e che a fine partita erano ancora così bellissimi a cantare “La gente come noi non molla mai”… Ricordatelo anche voi, sempre, e mettetelo in pratica, almeno fino alla fine di questa stagione straziante.

 

Lorenzo Titaro