Il ritorno di Palladino nell’indifferenza…

Non è riuscita, a Raffaele Palladino, l’impresa di tornare in Patria da profeta. Accoglienza indifferente, più che fredda, da parte del pubblico biancorosso che ha sfidato il gelo della notte per assistere a Monza-Fiorentina. Nè striscioni, nè cori, come se la recente biennale epopea non fosse mai esistita. C’eravamo tanto amati, anzi… no. Probabilmente, nell’atteggiamento distaccato della tifoseria monzese, ha inciso il comportamento tutt’altro che cristallino del tecnico partenopeo nell’ultimo scorcio della passata stagione, tra frasi di circostanza buttate lì per annacquare un “divorzio” deciso da tempo. Viceversa, per il suo omologo Bocchetti la serata è stata da incorniciare: si è trattato, per il tecnico anche lui partenopeo, del primo successo in serie A da allenatore, che è coinciso con il ritorno alla vittoria del Monza in casa dopo quasi 10 lunghissimi mesi di astinenza (in gare di campionato). Ha seguito tutta la gara con un solo maglioncino a contrastare la temperatura rigidissima, per noi, ovviamente… Per lui, Bocchetti, che ha giocato a Mosca cinque anni, la serata dello U-Power Stadium sarà sembrata un abbondante assaggio di primavera.

 

Una Fiorentina insipida e troppo cotta…

 

Tornando a Palladino, il ritorno in Brianza è stato il più amaro che si potesse immaginare. La sua Fiorentina, di questi tempi sembra più che altro una fettina impanata (poco e male), e la tifoseria viola comincia a mugugnare, dopo un inizio di stagione che lasciava presagire ben altri scenari. Per il Monza e per il suo popolino, aggrappato tenacemente a una speranza che si riaccende d’incanto dopo la bella prova di Maldini e compagni, una serata da incorniciare, inseguita da troppo tempo e arrivata probabilmente nell’occasione più propizia.

 

Gianni Santoro

 

(Foto per gentile concessione di Firenze Viola Supersport)