“I miei incontri ravvicinati con Berlusconi” (1a p.)

IL GIORNALISTA ENZO MAURI RACCONTA ALCUNI CURIOSI ANEDDOTI DEL ‘CAVALIERE’

 

Ho avuto il piacere e l’onore d’incontrare Silvio Berlusconi e di parlare con lui tre volte nella mia vita, anzi… quattro, se considero un saluto lampo ed una stretta di mano d’accoglienza al suo arrivo in elicottero presso il quartiere Fiere di Parma, sabato 10 aprile 2010, in occasione del convegno di Confindustria per la celebrazione dei cento anni della celebre organizzazione rappresentativa delle imprese italiane. Lui era ospite d’onore, in qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri e fondatore della Fininvest ed io curavo le pubbliche relazioni per conto della IBM Italia, sponsor dell’evento.

 

La prima volta al “Sada” per festeggiare il Monza, Re di Coppa Italia

 

La prima vera occasione mi capitò l’11 giugno 1988, nell’atrio degli spogliatoi del vecchio ‘Sada’, al termine della finale di ritorno di Coppa Italia Serie C tra Monza e Palermo, vinta dai biancorossi 2-1 dopo lo 0-0 dell’andata in Sicilia. Con lui, sceso a complimentarsi con i vincitori, c’erano il presidente Valentino Giambelli ed il direttore sportivo Beppe Marotta. Non faceva parte del gruppo, in quel momento, Adriano Galliani, amministratore delegato del club rossonero dopo essere stato dirigente e vicepresidente della società brianzola, in quanto finito inopinatamente sotto la doccia nel festeggiare il trionfo con i suoi ex giocatori. Come corrispondente del quotidiano Tuttosport, io ero impegnato, insieme ad altri colleghi, a strappare commenti ed indiscrezioni sulla gara. Fu così che, schierato alle spalle di Carlo Pellegatti, allora collaboratore di Tele Lombardia per la trasmissione ‘Qui studio a voi stadio’ (il noto giornalista passerà solo un paio d’anni dopo a Mediaset, come inviato di ’Studio Sport’), trovai garbatamente il modo di intromettermi. Approfittando di un attimo di silenzio, tra una domanda e l’altra del dinamico inviato al Cavaliere, e agganciandomi a una precedente risposta, gli chiesi un suo autorevole parere sulla squadra biancorossa e sull’importanza del traguardo da essa raggiunto nella serata. ‘’Il Monza – mi disse Berlusconi – lo seguo e l’ho sempre seguito con molta simpatia, abitando da parecchi anni ad Arcore, a una manciata di chilometri da questo stadio. Conosco bene il suo presidente Valentino Giambelli e ovviamente, da fresco presidente del Milan, Felice Colombo, altra persona che stimo molto. La compagine di Piero Frosio questa sera ha giocato bene ed ha meritato di vincere la coppa. Tornare in Serie B ed aggiudicarsi un importante trofeo come questo, in una sola stagione, non è impresa di poco conto. Sono quindi molto contento e non posso che applaudire tutti gli appartenenti a questo dinamico club. La formazione monzese non deve assolutamente essere considerata la terza squadra di Milano. Il capoluogo della Brianza ha una sua chiara identità ed è diverso dalla grande città regina della Lombardia. Anche i suoi industriali rappresentano il meglio dell’imprenditoria italiana. Il domani di questo operoso e piacevole territorio e della sua spumeggiante squadra non potrà che essere felice e romantico.’’.

 

A Lugano, in elicottero, dallo stilista Philipp Plein

 

Il secondo incontro, questa volta occasionale, molto ravvicinato ed esclusivo, avvenne a Lugano, il 18 luglio 2019, nove mesi e mezzo dopo l’acquisizione da parte della Fininvest del 100% della Società Sportiva Monza 1912 dalla famiglia Colombo (firma posta sul contratto il 28 settembre 2018). Allora, dopo aver ceduto il Milan il 13 aprile 2017 all’imprenditore cinese Yonghong Li, Silvio Berlusconi e Adriano Galliani figuravano tornati attivamente, seppure da poco, nel mondo del calcio. Potevano vantare, cosa non da poco, 31 anni di trionfi con il club rossonero. Per il clamoroso ritorno, la gloriosa coppia aveva scelto una squadra di serie C, prima in classifica con tre successi nelle prime tre giornate di campionato: quella squadra era il Monza. Con loro, figuravano, nel nuovo consiglio d’amministrazione, Paolo Berlusconi, Roberto Mazzo e Danilo Pellegrino. A Lugano, quella mattinata di metà luglio, Silvio Berlusconi si recò in elicottero, partendo dalla sua abitazione, la Villa San Martino di Arcore, via Malpensa, per siglare un contratto di sponsorizzazione con la Casa di moda Philipp Plein, destinata a diventare, per tre anni consecutivi, Fashion Partner del nuovo Calcio Monza. Oggetto dell’accordo: vestire da capo a piedi sia i dirigenti che i giocatori e gli allenatori, con i relativi staff, in tutte le occasioni ufficiali, nei viaggi e nelle trasferte calcistiche. Nella città ticinese, prima d’incontrare il noto e brillante stilista tedesco, arrivato presso la sede della sua moderna azienda, in via Pietro Capelli, al volante di una nuovissima Ferrari color verde mela, il Cavaliere si unì ad Adriano Galliani ed a suo fratello Paolo. Philipp Plein, giovane rampante, con barba e baffi, con capelli tagliati all’ultima moda, tatuaggi a vista e camicia bianca aperta sotto una perfetta giacca blu, fu per l’occasione gentilissimo con tutti i suoi ospiti, in modo particolare con noi giornalisti italiani, fatti arrivare a Lugano con un’apposita navetta, in partenza dal suo negozio in centro a Milano. ‘’ Non è la prima volta che vengo a Lugano” – affermò Berlusconi nel corso della conferenza stampa . “Il viaggio è stato straordinario, con un panorama splendido sul lago. Ci si mette meno da Arcore a Lugano che da Arcore a Milano. Penso proprio che qui tornerò presto. Philipp Plein è un marchio giovane e aggressivo, proprio come vogliamo che diventi l’AC Monza. Mi piacerebbe avere una società moderna sotto l’aspetto dirigenziale e manageriale, ma anche combattente in campo, con una squadra di ragazzi per bene, in grado di proporre un calcio piacevole per catturare il pubblico, sia in casa, che in trasferta. Ecco, immagino una formazione aggressiva, ma corretta, con giocatori capaci di scusarsi con l’avversario in caso di fallo di gioco e che fuori dal campo sappiano trattare tifosi ed appassionati con il rispetto che meritano. Il nostro obiettivo è di fare del Monza una società diversa, con valori nuovi rispetto a quelli che sono, troppo spesso, vigenti nell’attuale mondo del calcio. E, ovviamente, il nostro traguardo non può che essere quello di portare la squadra biancorossa in Serie A, regalando alla città una prima storica promozione nella massima categoria. Lavoreremo giorno e notte, come sono abituato a fare io, per far sì che questo sogno si realizzi’’.

 

ENZO MAURI

 

(Fine prima parte)

 

(Nella foto: Carlo Pellegatti, Enzo Mauri e Silvio Berlusconi nel 1988)