Gianni Brera, una star in tribuna stampa al “Sada” (2a p.)

A rendere Gianni Brera un personaggio unico ed immortale per la gente, furono anche i neologismi da lui inventati per il calcio. Tra i tanti: ‘libero’, ‘contropiede’, ‘catenaccio’, ‘traversone’, ‘staffilata’ e ‘melina’. Indimenticabili pure i diversi soprannomi affibbiati ai vari protagonisti del mondo del pallone: ‘il Cavaliere’ per Silvio Berlusconi, ‘Il piscinin’ per Franco Baresi, ‘Bonimba’ per Boninsegna, ‘Puliciclone’ per Paolino Pulici e ‘Il Barone’ per Franco Causio.

 

‘Rombo di tuono” e ‘L’Abatino’ i soprannomi più popolari coniati per i calciatori

 

Ma i più popolari furono, indubbiamente, ‘Rombo di tuono’ per Gigi Riva e ‘l’Abatino’ per Gianni Rivera. Il popolare giornalista e scrittore pavese morì il 19 dicembre 1992, in un drammatico incidente automobilistico avvenuto sulla strada che collega Codogno a Casalpusterlengo. Terribile il bilancio dell’incidente: tre persone morte sul colpo, in pratica tutto il gruppo del noto scrittore, lui compreso. Quando la Serie A era ferma per gli impegni della Nazionale, spesso, negli anni Settanta, La Gazzetta dello Sport spediva in Brianza la sua ‘penna’ più famosa, l’istrionico Gianni Brera, per raccontare la partita del Monza, impegnato nel campionato cadetto. Così alcune volte mi è capitato d’averlo al fianco nelle strette e scomodissime panche della tribuna stampa del vecchio ‘Sada’. Cappottone scuro a baveri larghi d’inverno, camicia bianca aperta dal taglio ampio nella bella stagione, vistosa cartella color marrone sempre a tracolla, pipa o sigaro in bocca, barba e baffi brizzolati come i capelli, il giornalista di San Zenone al Po, avvolto in una immancabile nuvola di fumo, era solito sedersi sulla panchetta di legno riservata alla stampa, imprecando di regola e con il sorriso sulle labbra.

 

Allo stadio, Besana il suo ‘bersaglio’ preferito per chiacchierare

 

Contento d’aver raggiunto, seppure con una certa fatica, la sua postazione, Brera, incurante dell’inizio della partita, era sempre solerte nel mettersi a parlare, seppure a distanza e voltando le spalle al terreno di gioco, con alcuni colleghi presenti, che conosceva da anni. Suo bersaglio preferito era, normalmente, Giancarlo Besana, correttore di bozze del Corriere della Sera ed anche della sua ‘rosea’, oltre che cronista per alcuni giornali locali. Solo ad ogni sussulto o clamore del pubblico, lo scrittore pavese tornava, come d’incanto, a guardare il campo, chiedendomi l’autore del tiro e dell’ultimo passaggio, il nome del difensore avversario saltato ed il minuto di gioco in corso. Io, preoccupatissimo di poter sbagliare nel fornirgli i dati richiesti e fargli così scrivere delle inesattezze, seguivo sempre la partita con la massima attenzione, pronto a raccontare, ogni volta e pure con un certo timore reverenziale, tutta l’azione in questione. Spesso, su sua specifica domanda, gli fornivo anche ragguagli sui giocatori biancorossi coinvolti, che lui, abituato a seguire l’Inter ed il Milan, neppure conosceva. Così, per novanta minuti! Al fischio finale, dopo aver preso appunti su un block notes fitto di frasi e riferimenti, Brera si alzava e, stringendomi la mano, immancabilmente, aveva parole di gratitudine nei miei confronti. ‘’Sei stato un vero amico, caro collega brianzolo – mi diceva –; senza di te non avrei mai potuto ricostruire le fasi della partita per il mio articolo. Per questo, ti ringrazio molto.’’. Io, alquanto emozionato, chiudevo l’agenda, dove avevo scritto i miei appunti, lo salutavo e tornavo a casa, ogni volta felice, a raccontare tutto a mio padre, grande estimatore di questo straordinario giornalista.

 

A Galliani e al Calcio Monza il premio ‘Gianni Brera’ del 2023

 

Per ricordarlo, dieci anni dopo la sua tragica scomparsa, a Milano è stato istituito il ‘Premio Gianni Brera – Sportivo dell’anno’. Il 17 aprile 2023, in occasione della sua ventesima edizione, tenutasi nel capoluogo lombardo, presso il Teatro Dal Verme, il prestigioso riconoscimento è finito nelle mani di Adriano Galliani, Vicepresidente Vicario ed Amministratore Delegato dell’Associazione Calcio Monza, per la storica promozione in Serie A del club di Silvio Berlusconi. “Ho avuto la buona sorte – ha raccontato per l’occasione il dirigente monzese – di conoscere Gianni Brera. Io lo leggevo sempre! Lui ha cambiato il linguaggio ed il giornalismo sportivo. Ritirare un premio che porta il suo nome, mi emoziona. E’ un onore per me! Sono orgoglioso che questo premio sia dedicato alla nostra promozione, che abbiamo ottenuto grazie a una persona. Un affettuoso in bocca al lupo a Silvio Berlusconi! Se per la prima volta in 110 anni il Monza è in Serie A, lo dobbiamo a Silvio Berlusconi!”.

 

Enzo Mauri

 

(Fine seconda e ultima parte)