Fossati e Besana: bravura e humor a braccetto (3a p.)

Dieci anni prima della sua dolorosa scomparsa, Giancarlo Besana era approdato alla Fiamma Monza, società di calcio femminile, creata nel 1966 dal noto professore di Educazione Fisica Nazzareno Ceraso, con sede proprio presso il vecchio ‘Sada’ di via Guarenti e con Fabrizio Levati, giovane avvocato e marito della figlia Natalina, primo allenatore ufficiale nel 1970 e per ben 25 anni, sino al 21 novembre 1995, giorno della sua prematura morte. Nel 2011, il ‘Gianca’, grande appassionato ed intenditore di calcio, divenne per alcuni mesi, prima di cedere l’incarico a Davide Erba, il presidente di questa simpatica squadra monzese, che, nella stagione 2005/2006, si era addirittura aggiudicata brillantemente lo scudetto tricolore.

 

All’Humanitas Hospital l’ultimo atto dello “Zio Gianca”

 

L’ultima sofferta ’residenza’ del caro collega, classe 1943, ormai da parecchi anni cittadino di Imbersago, il comune lecchese noto per il Traghetto di Leonardo da Vinci e per il Santuario della Madonna del Bosco, è stata l’IRCCS Humanitas Hospital di Rozzano, alle porte di Milano, la metropoli che lo aveva visto protagonista delle prime dirette televisive dallo stadio di San Siro. Da qui, con una formula allora nuova ed originale, lo ‘Zio Gianca’ raccontava, ogni domenica pomeriggio, ai telespettatori della televisione privata della Lombardia con cui stava collaborando, le fasi pre partita di Inter e Milan, per tutti i turni casalinghi di campionato in programma. Lui, strategicamente, si posizionava nel grande piazzale o all’ingresso degli spogliatoi, a volte sulla tribuna principale, per intervistare, all’arrivo, i vari giocatori, i colleghi giornalisti delle più importanti testate ed i personaggi dello spettacolo e della politica. Con la dolorosa scomparsa di Giancarlo Besana, il giornalismo monzese ha perso il suo indiscusso e raffinato decano, a cui tutti, indistintamente, volevano un gran bene. Uomo di cultura (prima di essere assunto, molto giovane, nel reparto pubblicità e pubbliche relazioni dalla Colmar, la nota ditta monzese di abbigliamento sportivo, per, poi, darsi, dopo un breve periodo di sofferta vita aziendale, al mondo del giornalismo, aveva frequentato con buoni risultati la facoltà di Lettere all’Università Statale di Milano), il ‘Gianca’ era considerato, a ragione, una ‘penna’ felice, onesta, allegra, ironica, sarcastica, ricca di invenzioni stilistiche, di analisi perfette e di piacevole umorismo dedicato al mondo del calcio e dello sport in generale. A Tele Radio Monza Brianza, con il più anziano collega Angelo Corbetta, negli anni Settanta, Besana, inserito nel campo televisivo dal presidente biancorosso Aurelio Cazzaniga, aveva formato una coppia d’assi della presentazione, degna de ‘La Domenica Sportiva’, la trasmissione cult della Rai per la tradizionale chiusura serale della settimana. A chi gli chiedeva di fare nell’ordine, dal primo al terzo, un ipotetico podio dei tre migliori giocatori ed allenatori del Monza di tutti i tempi, lui, categoricamente, aveva sempre la stessa risposta: Claudio Sala, Tosetto e Sanseverino tra gli atleti; Magni, Radice e Mazzetti tra i trainer. Tralasciava di citare Frosio, solo per modestia, avendolo lanciato proprio lui nel mondo del calcio. In gioventù, lo ‘Zio Bes’ era stato anche calciatore di buona tecnica, ma spesso imprevedibile e di scarsa costanza, tesserato nell’ordine dalla Gerardiana e, diciannovenne, dal Simmenthal Monza, senza, però, mai vedere la prima squadra. Lasciato ben presto il calcio giocato, divenne apprezzato mister di formazioni giovanili monzesi (alla Gerardiana allenò, perfino, un promettente Pierino Frosio alle prime armi, strappandolo al ciclismo, sport verso cui il personaggio del ‘Casignolo’ sembrava inizialmente orientato). Giancarlo era anche un ottimo ed affidabile guidatore di automobili. Spesso, il presidente Valentino Giambelli, conoscendolo bene, gli affidava il volante della sua Mercedes, per le più impegnative trasferte con la famiglia e gli amici.

 

Besana alla guida della potente “pantera” del prof. Tagliabue

 

Anche l’esimio professor Danilo Tagliabue, padre della traumatologia, con oltre 21.000 interventi certificati in sala operatoria (tra i suoi pazienti più noti figuravano i calciatori Riva, Facchetti, Van Basten, Gullit, Vieri e Pippo Inzaghi), quando da Bergamo tornava a Monza, dove era nato, per vedere la partita casalinga dei biancorossi, al suo arrivo al ‘Sada’, per il parcheggio dell’auto, si affidava immancabilmente al sempre disponibile ‘Gianca’, avvertito per tempo. L’illustre medico, ai tempi, disponeva, infatti, di una potente e vistosissima De Tomaso Pantera rossa, auto sportiva troppo impegnativa per essere lasciata nel primo buco libero. Tagliabue, legato per lavoro e per affetto alla società biancorossa, giungeva, per abitudine, negli ultimi minuti antecedenti l’inizio della gara in programma. Ad attenderlo ed a far aprire dal personale di servizio il cannellone principale dello stadio, ci pensava proprio il conosciuto giornalista di casa. Una volta accomodatosi nell’abitacolo e messosi al volante, Besana entrava pomposamente nello stadio e, tra gli sguardi stupiti dei tifosi, sistemava lo splendido bolide dietro la tribunetta scoperta più a nord, a fianco della tribuna principale, in prossimità dell’ingresso agli spogliatoi. Ricordo, con tanta nostalgia, l’amico Giancarlo come bizzarro e geniale maestro di tutti noi giornalisti brianzoli, amante del calcio e dello sport in generale, con una spiccata predilezione per il ciclismo, come del leggiadro sorriso delle belle donne, della gustosa cucina lombarda, dei pittoreschi paesaggi della Maremma Toscana e delle affascinanti automobili scoperte (lo rivedo con la mente, negli ultimi anni di buona saluta, uscire sorridente dal parcheggio del ‘Brianteo’ alla guida di una splendida Morgan nera, di proprietà dell’amato figlio Andrea). Aveva, anche, un debole per i cavalli e per le scommesse sulle relative gare, che, appena poteva, ufficializzava nella più vicina sala corse, o, impegni permettendo, negli ippodromi del trotto e del galoppo di San Siro a Milano. Lo ‘Zio Bes’ aveva un’infinità di amici, di tutti i ceti sociali ed appartenenti ai più svariati ambienti, da quelli sportivi a quelli culturali, ma due persone, in particolare, gli stavano sempre vicino: il tifoso ed ex presidente del Monza Club Patrizio Garbo ed il collega della Rai Marco Basoni. Negli anni della malattia, prima della grave infermità degenerativa, in occasione delle partite interne dei biancorossi, la fraterna coppia non mancava mai di accompagnare a braccetto il ‘Gianca’ su per le ripide scale della tribuna principale, sino ai vecchi gradoni posizionati sotto la postazione della Stampa. Qui, immancabilmente, avveniva l’incontro con Alfredo Magni, con cui il trio seguiva appassionatamente le vicende della gara. Poi, al 90’, dopo saluti e abbracci con il mister e con i vecchi colleghi, Garbo e Basoni provvedevano, tra una chiacchiera e l’altra, a condurre Giancarlo al parcheggio. Il Calcio Monza, ai primi di gennaio 2023, a quasi tre anni dalla sua scomparsa, ha pensato bene di intitolare a Besana la Sala Stampa del Centro Sportivo Luigi Berlusconi, ai suoi tempi, chiamato semplicemente ‘Monzello’.

 

Enzo Mauri

 

(Fine terza parte)

 

Nella foto, da sinistra: i giornalisti Giovanni Fossati, Alberto D’Aguanno, Paolo Corbetta, Massimo Dutto, Enzo Mauri insieme all’allenatore Antonio Pasinato.  Siamo nel 1987, ben 37 anni fa.