Feste e regali natalizi biancorossi (pt.1)

Prima di sedersi ai tavoli del “Sant’Eustorgio” tutti a messa

A cura di Enzo Mauri

 

Per decenni, con tradizione interrotta o solo parzialmente sostenuta con l’avvento dei tumultuosi anni Duemila, per poi ritrovare nuovo vigore con l’acquisto della società da parte della Fininvest, il Calcio Monza ha sempre voluto festeggiare il Santo Natale anche con i giornalisti locali, organizzando simpatiche cene ed offrendo regali di varia tipologia.   

 

I ristoranti

 

Per gli incontri a tavola, i ristoranti più gettonati ai tempi erano il Sant’Eustorgio di Arcore, per anni sede anche dei ritiri della squadra biancorossa; il Saint Georges Premier, ex fagianaia reale ed ex club house del confinante Golf Club Milano, immersa nel cuore del Parco monzese; l’Hotel Adda di Paderno d’Adda, un vero e proprio tempio della buona cucina, dove nella primavera del 1984 Ariedo Braida organizzò la serata dei saluti con la stampa di casa, oggi residenza e centro diurno per anziani e l’Euro Hotel Residence di Concorezzo, la location perfetta per i congressi e preferita per l’ospitalità e per la strategicità della posizione pure dall’ex presidente Nicola Colombo.         

 

Nel dicembre 1983, durante la gestione di Valentino Giambelli, per la cena natalizia, noi giornalisti monzesi ricevemmo l’invito dal direttore sportivo Ariedo Braida. In programma, un’allegra serata, per il classico scambio di auguri, presso il Sant’Eustorgio, in un determinato giorno di metà settimana ben definito, prima delle festività. Tutto fu organizzato alla perfezione dalla società biancorossa, seguendo i canoni della normalità, tranne che per l’orario ed il luogo di ritrovo. Bisognava, infatti, presentarsi alle ore 18.45 precise (in passato non ci si era mai radunati prima delle 20) e, specificatamente, davanti all’ingresso secondario del locale, ad Arcore, in  via Umberto I, anziché, come d’abitudine, a quello principale, caratterizzato dai due viali ai lati del giardino, sulla trafficata via Gilera.

 

il Ristorante Sant’Eustorgio di Arcore (teatro della festa di Natale del Calcio Monza nel 1983) nel racconto del giornalista Enzo Mauri sul mensile d’informazione e cultura per il mondo della ristorazione Il Ristorante

 

Un “piccolo” mistero

 

La cosa ci incuriosì non poco. L’arcano lo scoprimmo solo sul posto, tutti puntuali all’appuntamento, come da direttive impartite. Logisticamente parlando, a fianco del noto ristorante, si trova dai  primi anni del XIX secolo, periodo della sua conclusiva edificazione iniziata nel lontano 1759, la chiesa di Sant’Eustorgio da Milano. Ebbene, sembra per volontà dell’allenatore Alfredo Magni da Missaglia, fervente cattolico, da poco chiamato alla corte di Valentino Giambelli, per un graditissimo ritorno in biancorosso, tutta l’allegra comitiva, composta da giocatori, trainer, presidente, direttore sportivo e dirigenti, all’orario stabilito fu dirottata, senza alcun preavviso, nella basilica per ascoltare la messa. 

 

Solo al termine della funzione infrasettimanale, dopo la benedizione impartita dal parroco del paese, appositamente ingaggiato dalla società monzese, fu possibile accedere al ristorante. Ingresso, come preannunciato con l’invito, dalla porta secondaria del locale, aperta per l’occorrenza, in faccia al lato più vicino della chiesa. L’originalità della serata, almeno nella parte introduttiva, non riscosse, però, troppo successo tra i presenti, tanto che, in occasione delle successive feste natalizie, il Calcio Monza non replicò più  l’iniziativa.

 

Il giornalista Enzo Mauri insieme a Clarence Seedorf, al Ristorante Saint Georges Premier, nel corso della cena natalizia del 2009

 

Il “metodo” Seedorf

 

Di tutt’altro genere l’evento organizzato al Saint Georges Premier, nel dicembre 2009, dagli uomini del misterioso patron Clarence Seedorf, capeggiati da Massimiliano Rossi, presidente ed amministratore delegato della PaSport e, con l’avvocato milanese Stefano Salaroli, della On International, la società di proprietà proprio del calciatore rossonero, con Salvo Zangari consigliere delegato.

 

Presente alla serata, con un vistoso golfino celeste, senza giacca, il tanto atteso campione olandese di origini  surinamesi, che il 20 settembre dello stesso anno, nella partita di campionato contro il Bologna, aveva festeggiato la realizzazione della sua cinquantesima rete con la maglia del ‘Diavolo’. Con lui, arrivarono nel Parco il direttore sportivo Vincenzo Tridico, l’allenatore della prima squadra Roberto Cevoli  assieme al suo secondo Leandro Vessella e la coppia del comitato tecnico Bergomi-Ferrante. Il primo e più noto dei due ex calciatori, ai tempi, era pure allenatore degli ‘allievi nazionali’ biancorossi, inserito nello staff del settore giovanile composto, oltre che da lui, da Paolo Monelli, Carlo Muraro, Ricky Monguzzi ed Angelo Colombo. 

 

Invitati, poi, per l’occasione, oltre ai giornalisti locali, anche i rappresentanti di tutti gli sponsor della stagione in corso e, per la prima volta, a sorpresa, molti possibili finanziatori per il futuro, ritenuti tali, sommariamente e solo per questioni di immagine, dall’ufficio marketing della società monzese. Così, nel corso della coinvolgente serata, finii per trovarmi inaspettatamente al tavolo la mia vicina di casa, la signora Granetto, titolare con il padre della concessionaria Volkswagen-Audi di Lissone, che, alquanto frastornata, faticava a capire i motivi della sua pur piacevole convocazione festosa e, sapendomi giornalista a stretto contatto con le persone del Calcio Monza, chiedeva a me lumi in merito.

 

All’ingresso, un fotografo incaricato aveva, frattanto, fatto scatti a ripetizione a tutti gli invitati che dal parcheggio raggiungevano lo stretto corridoio per accedere al salone veranda con vista sullo splendido giardino del ristorante. Le relative foto, stampate a tempo di record, furono, poi,  consegnate a tutti gli interessati tra un piatto e l’altro. 

 

Lo “scatto” con Bergomi

 

Ad allietare la serata era stata chiamata pure una nota radio, che trasmetteva in diretta musica moderna ed interviste realizzate con i personaggi più conosciuti presenti ai tavoli. Ad un certo punto, sfruttando un momento di pausa, prima che fosse servito il dolce, l’amico giornalista Giancarlo Besana invitò me ed il professor Pier Franco Bertazzini, ex sindaco ed assessore della città, oltre che stimatissimo professore e preside, con il quale stavo piacevolmente conversando, per una fotografia ricordo con Beppe Bergomi, venutosi a trovare al momento accanto a lui. Il ‘Gianca’, sciorinando la solita classe nell’allegra composizione dell’improvvisato quartetto, non ritenne il caso di fare alcuna presentazione, dando per scontata la notorietà dell’ex capitano nerazzurro ai due amici coinvolti per lo scatto.

 

Ci prestammo, quindi, con vivo piacere a metterci tutti in posa ed il fotografo della serata poté così immortalare in tutta tranquillità il gruppetto sorridente. Non trascorse neppure un minuto dalla simpatica scena ed ecco un confuso Bertazzini trascinarmi in disparte con una inaspettata domanda: ‘’Mauri, ma chi è quel signore, conoscente di Besana, con il quale abbiamo fatto la foto poco fa?’’. ‘’Ma professore … – gli risposi con una certa sorpresa -, si tratta dello ‘Zio’ Bergomi!’’. Stupito, pure con un filo d’incredulità, l’ex sindaco riuscì solo a proferire poche parole: ‘’Pensa che sono interista da una vita e, questa sera, non sono stato capace di riconoscere neppure il capitano della mia squadra del cuore! Mi raccomando Mauri, non lo dica a nessuno, altrimenti tutti, giustamente, mi prenderebbero in giro sino agli ultimi giorni della mia vita‘’.

 

Enzo Mauri