Enzo Redaelli, una vita “infuocata” tra hockey e calcio biancorosso (1a p.)

Enzo Redaelli, monzese, innamorato pazzo della sua città e delle principali società sportive locali, classe 1941, geometra, uomo simpatico e piacevole, sempre disponibile, impeccabile nell’irrinunciabile look classico con giacca e camicia, grande esperto di problematiche legate al fuoco, è stato per decenni, pur non giocando, una delle bandiere più rappresentative dell’ Hockey Club Monza e dell’ AC Monza. Per il primo dei due sodalizi, nel luglio del 1980, dopo 14 mesi di attiva milizia in campo rotellistico, fu eletto presidente, partendo dalla carica di ’vice’ dimissionario, al fianco dei dinamici dirigenti Ferlinghetti e Colombo. Redaelli, in quel momento, era in procinto di firmare un contratto con l’Amatori Bonomi Lodi per andare a ricoprire, nell’anno seguente, l’incarico di general manager (in alternativa, la società Giovanni XXIII di Seregno gli aveva offerto, la presidenza), quando un clamoroso ribaltone in casa biancorossa cambiò sul nascere il suo destino sportivo. Con una contestazione sempre più vibrante da più parti in città, un radicale cambiamento ai vertici societari, non poteva che essere, allora, la soluzione più sensata per voltare pagina. Si decise così di procedere con una votazione per eleggere il nuovo Numero Uno dell’Hockey Club Monza. Con Renato Pinato, nominato presidente dell’ assemblea straordinaria e con 42 soci, tra giocatori e consiglieri, chiamati ad esprimere la loro preferenza, per occupare la prima poltrona della società, venne eletto a sorpresa proprio Enzo Redaelli (risultato sancito dallo scrutinio: per quest’ultimo voti 27, per il mitico ex giocatore Kullmann 11 e per il tenace, ma ancora poco spalleggiato, Ferlinghetti 2, come il numero delle schede bianche). Alla votazione, non prese parte, clamorosamente, il geometra Vitaliano Sala, presidente uscente e vecchia conoscenza dell’ A.C. Monza.

 

Vitaliano Sala, discusso ex presidente dell’AC Monza e dell’Hockey Club Monza

 

Il costruttore edile brianzolo, in precedenza, era stato pure presidente della principale società calcistica monzese nel torneo 1971/1972, succedendo ad Aurelio Cazzaniga, attivo per un biennio, dal 1969 al 1971, per, poi, lasciare il posto all’ex giocatore dell’Associazione Calcio Villasanta e affermato industriale Giovanni Cappelletti, subentrato ai vertici del sodalizio di via Manzoni, dal 1972 al 1980. Vitaliano Sala, Numero uno dell’Hockey Club Monza nelle stagioni 1978/1979 e 1979/1980, nel momento di procedere con i voti, in piena contestazione con i presenti, abbandonò la seduta. La sua relazione tecnica, morale e finanziaria per il biennio di competenza era stata poco prima bocciata, nonostante la presentazione evidenziasse un bilancio attivo, cosa più unica che rara per il club brianzolo. Enzo Redaelli balzò così alla ribalta. Le principali motivazioni dell’inaspettato successo del neo eletto, contro un personaggio di spessore, molto noto in città, anche se alquanto discusso, come l’immobiliarista dai molteplici interessi, furono, poi, trovate nella specifica competenza, nella spiccata capacità manageriale e nella garanzia di affidabilità offerte dal dinamico amico dei pompieri. Redaelli era entrato nello storico gruppo hockeistico monzese nell’aprile del 1979, come semplice consigliere, svolgendo diversi compiti, da segretario a direttore sportivo, da accompagnatore degli arbitri a ‘uomo della panchina’ nel periodo delicato della cooperativa. Da presidente riuscì poi a eliminare tutti i ‘clan’, a introdurre i concetti di grande amicizia tra i giocatori e a riportare serenità nell’ambiente. Tra il 1980 e il 1984 la gloriosa squadra cittadina, sempre presente in Serie A, si classificò terza (1980/1981), decima e finalista in Coppa CERS (1981/1982), ottava, eliminata ai quarti di finale dei play-off scudetto (1982/1983) e prima, finalista dei play-off scudetto, nonché vincitrice della Coppa Italia per la seconda volta (1983/1984). Con la nascita, nei primi anni Ottanta, del Roller Monza, la seconda società rotellistica cittadina voluta dal Cavalier Pierangelo Ferlinghetti, staccatosi dall’Hockey Club Monza per dare vita a un progetto a dir poco stratosferico, Enzo Redaelli lasciò l’Hockey Club Monza per passare al calcio e più precisamente all’AC Monza. Raggiunta ben presto la Serie A, la nuova formazione hockeistica brianzola vinse, poi nel 1989, la Coppa delle Coppe, battendo in finale il Porto e, a seguire, quattro scudetti tricolori, oltre ad altre due edizioni della Coppa delle Coppe e una Coppa Italia, perdendo solo la finale di Coppa dei Campioni contro il Barcelos di Pedro Alves. Pierangelo Ferlinghetti , ironia della sorte, morì prematuramente il 15 dicembre 1995, colpito da un infarto, mentre in auto transitava proprio davanti alla pista di hockey di via Boccaccio, che lo aveva visto tante volte vincitore con la sua vecchia squadra biancorossa.

 

Il debutto, come Team Manager dei biancorossi, nel 1991

 

Come team manager del Monza, Enzo Redaelli debuttò nel 1991, in occasione della trasferta di Mestre (partita persa dalla formazione brianzola 1-0), sedendo in panchina a fianco di Giovanni Trainini, che aveva da pochi turni sostituito il romagnolo Franco Varrella. Restò legato alla società brianzola per circa un ventennio, sino al 2004, attraversando l’epoca dei presidenti Valentino Giambelli, Piero Fazzolari, Massimo Belcolle e dell’Amministratore Unico Cesare Giosuè D’Evant. Con la palla lasciata ai curatori fallimentari Oggioni e Sorrentino e prima della presidenza di Giovanni Battista Begnini, Enzo Redaelli si tirò in disparte. Deluso dalle mortificanti vicende giudiziarie, il manager monzese non se la sentì proprio di iniziare una nuova storia con l’allora cinquantottenne imprenditore edile bergamasco e vicepresidente dell’Atalanta, acquirente della società brianzola (dichiarata fallita il 18 marzo 2004) al prezzo di 800 mila euro, quello fissato come base d’asta e rimasto tale, in mancanza di altre offerte, sino alla fine.

 

(Fine prima parte)

 

Enzo Mauri