D’Aguanno, cronista del Monza con il cuore giallorosso

Alberto D’Aguanno, il grande giornalista brianzolo del Testaccio”: così mi verrebbe spontanea la definizione per questo bravo e simpaticissimo collega, nato il 12 giugno 1964 nella capitale, sotto il segno dei Gemelli, ma, a furor di popolo, considerato cittadino d’adozione di Monza. Irriducibile tifoso giallorosso, con il cuore sempre rivolto al fortino del tifo romanista, il vulcanico e folcloristico cronista, crebbe, anche giornalisticamente parlando, nel capoluogo della Brianza, dove per alcuni anni seguì i biancorossi al ‘Sada’. Sullo slancio di una travolgente passione per lo sport, di strada ne fece parecchia ed in poco tempo.

 

A Mediaset, con il programma “Premium League”, raggiunse la grande popolarità

 

Lasciata, nel 1989, la carta stampata, da dove era partito, divenne ben presto volto famigliare della televisione, prima a Rete 4 e, quindi, a Italia 1, grazie alla quale ottenne la tessera da giornalista professionista. Poi approdò anche a Canale 5. Fu inviato sportivo di Mediaset per gli impegni della Nazionale azzurra di calcio e per tanti altri avvenimenti internazionali di grande risonanza. La sua voce ci accompagnò pure a Germania 2006, la Coppa del Mondo FIFA, vinta dall’Italia che, nella finale, giocata il 9 luglio allo stadio Olimpico di Berlino, sconfisse la Francia ai calci di rigore per 5-3, dopo che i tempi supplementari si erano chiusi sul risultato di 1-1, conquistando così il suo quarto titolo iridato, in coda a quelli del 1934, 1938 e 1982. D’Aguanno commentò, lo stesso anno, da Parigi, persino la cerimonia di premiazione della 51° edizione del premio Pallone d’Oro, istituito dalla rivista France Football e finito nelle mani di Fabio Cannavaro. In televisione raggiunse grande popolarità con la conduzione di Premium League, il programma sportivo di Mediaset Premium dedicato al campionato di calcio di Serie A ed alla Champions League. La carriera era iniziata nel lontano 1983, quando il giovane Alberto, solo diciannovenne, chiese ed ottenne di collaborare con un piccolo settimanale locale ‘Lo Sportivo’, diretto dal giornalista livornese, monzese d’adozione, Gino Bacci, responsabile della redazione milanese di Tuttosport ed inviato, dallo stesso ‘foglio’, al seguito della Nazionale italiana di calcio. Per questo giornale locale, la felice ‘penna’ romana scrisse per tre anni di football, interessandosi prevalentemente delle partite del campionato dilettanti di seconda categoria, con un occhio particolare al girone Z, ricco di formazioni brianzole. Iniziò anche ad occuparsi, seppure saltuariamente, delle vicende dei biancorossi, ancora scossi, a distanza di qualche anno, per l’esito dello sciagurato spareggio sul campo neutro di Bologna del 1° luglio 1979, contro il Pescara, per la promozione in Serie A.

 

I primi significativi passi al “Corriere di Monza e Brianza”, a fianco dei colleghi Porta, Budel e Grassi

 

Poi, nel 1986, ecco il passaggio al Corriere di Monza e Brianza, settimanale creato e diretto da Gianni Ardigò, con il coordinamento del professor Pier Franco Bertazzini, stimato preside, compagno di partito nella Democrazia Cristiana, critico d’arte e sindaco della città della regina Teodolinda dal 1971 al 1975. Con D’Aguanno lavoravano in quella stretta ma vivace redazione, situata al primo piano di una piccola palazzina ad un centinaio di metri dal Duomo, oltre a Roberto Redaelli, Danilo Viganò, Luca Merlo, Massimo Dutto, Luca Ornago, Carlo Gaeta, Enzo Mauri, Andrea Cittadini e Patrizia Pintus, quasi tutti già corrispondenti da Monza di quotati quotidiani nazionali, tre potenziali grandi firme: Alberto Porta, esperto di motociclismo, Luca Budel, ‘malato’ di musica e motorismo a tutti i livelli ed Edo Grassi, desiano, appassionatissimo di basket, di atletica leggera e della Bundesliga, nonché intenditore, amante e proprietario di grosse automobili americane. Approderanno, poi, tutti e tre, al fianco dell’amico collega romano, negli studi televisivi di Cologno Monzese (Grassi, nel ruolo di caposervizio presso la redazione di Sport Mediaset, nel 2016, seguirà anche le Olimpiadi di Rio). Per la cronaca, uno degli ultimi giornalisti arrivati al Corriere di Monza e Brianza, prima del drammatico epilogo, con il proprietario Ardigò sommerso da pesanti guai giudiziari e costretto a chiudere repentinamente il giornale, fu Gianni Santoro, attuale direttore di Monza Gol.
Per il ‘foglio’ brianzolo, D’Aguanno continuò ad occuparsi di football, seguendo principalmente le vicende del Calcio Monza, e di hockey a rotelle, facendo pure le telecronache delle partite di campionato di Serie A dell’H.C. Monza e H.S. Roller Monza dai palazzetti di Biassono e di Brugherio, per conto della televisione locale Tele Radio Monza Brianza (TRMB), di proprietà dello stesso editore del giornale.

 

Critico con Pasinato e pronto a scommettere sul futuro del 17enne Casiraghi

 

Nella stagione 1986/’87, l’amico Alberto fu particolarmente critico nei confronti del Monza, ripartito dalla Serie C con Antonio Pasinato in panchina, dopo una brutta retrocessione, e finito, poi, quinto, al termine del torneo, con solo 36 punti, dietro al Piacenza, al Padova, alla Reggiana ed alla Spal. In un’annata decisamente da dimenticare, il cronista monzese trovò, comunque, il modo di esaltare le prestazioni del diciassettenne Pierluigi Casiraghi, giovane di grandi promesse, autore di otto reti, sei in campionato e due in Coppa Italia. Garbato ma vivace nei modi, brillante nell’esposizione degli argomenti e particolarmente fotogenico, D’Aguanno, ad inizio carriera, fu anche protagonista delle prime ‘dirette’ di VideoBrianza. Con la macchina da scrivere, poi, era una furia, battendo i tasti con una sequenza impressionante, senza respiro. Tra un articolo e l’altro, rimediò anche il tempo per dedicarsi ad iniziative benefiche, quali gli eventi della nazionale di calcio “Inviati della solidarietà”, di cui faceva parte assieme ad altri colleghi amanti del football. Nel 1993, come inviato speciale, seguì tutte le tappe del Giro ciclistico d’Italia, spostandosi in auto per la penisola e mandando quotidianamente a Mediaset interessanti servizi sulla corsa rosa. Sfegatato tifoso romanista, l’estroverso Alberto collaborò pure con l’emittente radiofonica capitolina Retesport, con interventi telefonici durante la trasmissione ‘Campo Testaccio’ e con Radio Deejay, per la quale seguì con collegamenti giornalieri pure il ‘mondiale’ di calcio del 2006. Si sposò negli anni Novanta con la collega bresciana, pure lei monzese d’adozione, Monica Gasparini, da un paio di decenni conduttrice ed ora caporedattore centrale di Studio Aperto, su Italia 1. Signora, che, una volta rimasta vedova, divenne, poi, nel 2007, compagna inseparabile di Ivan Zazzaroni, giornalista, personaggio televisivo ed opinionista, nonché, dal 2018, direttore del Corriere dello Sport-Stadio. Alberto D’Aguanno ci lasciò improvvisamente e prematuramente, quarantaduenne, la notte del 9 dicembre 2006, stroncato da un malore che lo colse nel sonno, come era capitato poco tempo prima anche al giovane fratello, mentre si trovava nella sua casa di Monza. Restarono così senza padre due giovanissime creature, Lucia, nata solo un mese prima della scomparsa del papà e Fabio, quest’ultimo allora calciatore di otto anni dei ‘pulcini’ della società monzese Gerardiana. Il giorno seguente alla sua morte, nei momenti antecedenti il fischio d’inizio del derby Lazio-Roma, il povero Alberto fu commemorato dai giocatori delle due squadre e dal pubblico presente all’Olimpico, con un minuto di silenzio.

 

Al suo funerale, nel Duomo di Monza, il ricordo di Francesco Totti

 

Al funerale, celebrato nel Duomo di Monza, diverse persone dovettero attendere sul sagrato il passaggio della bara, coperta da un cuscino di rose gialle e rosse, i colori della sua amatissima Roma, non riuscendo ad entrare nella gremita basilica. Presenti tanti giornalisti di Mediaset, della Rai e della carta stampata, oltre a personaggi del mondo dello spettacolo e del calcio, quali l’allora commissario tecnico della Nazionale Roberto Donadoni, l’allenatore della Fiorentina Cesare Prandelli, l’attaccante rossonero Pippo Inzaghi, l’ex giocatore dell’Inter Alessandro Altobelli ed il direttore sportivo del Milan Ariedo Braida. Francesco Totti fece giungere alcune commoventi righe di ricordo, lette con grande partecipazione sull’altare del Duomo, colorato per la cerimonia con i gagliardetti del Milan, dell’Inter e, naturalmente, del Monza, squadra per la quale lo sfortunato Alberto, pur tifando apertamente per la formazione capitolina, nutriva tanta simpatia.

 

Enzo Mauri