Citterio parla dopo il k.o.

La faccia di Stefano Citterio, in conferenza stampa, è cupa come ci si aspetta da chi ha appena subito una sconfitta per 3-0. La voglia di parlare c’è, allora il secondo allenatore del Monza scioglie la lingua e inizia l’analisi.

 

“E’ stata una brutta partita – dice Citterio – l’Empoli ha meritato il risultato. Nei primi minuti eravamo partiti bene, anche se abbiamo subito la rete dell’1-0 dopo 12 minuti. I nostri avversari sono stati bravi a chiudersi dietro con tutti e undici gli effettivi, limitandoci spesso nella manovra. L’Empoli è ripartito bene, noi non abbiamo fatto bene e dobbiamo fare di più, ci è mancata la serenità e non abbiamo messo in campo le nostre qualità di gioco. In certi casi, soprattutto contro squadre così chiuse serve velocizzare la manovra e avere più brillantezza davanti”.

 

“In settimana i segnali erano stati positivi, ma non siamo riusciti a mettere in campo l’entusiasmo che avevamo in allenamento. E’ un momento difficile, che va analizzato al meglio, a partire anche dal match di oggi. Serve trovare uno spirito migliore”.

 

“Abbiamo tenuto tanto il pallone, ma per merito dell’Empoli non abbiamo raccolto molto, anzi. Ci siamo trovati in difficoltà nel servire le punte. Contro squadre così chiuse serve maggior rapidità nel cambiare gioco e passare da un lato all’altro del campo. Sulle ali era necessario essere più incisivi nell’uno contro uno, situazione chiave quando le difese sono arcigne come l’Empoli oggi. Una sconfitta del genere non si dimentica, ma va ricordata per trarne dei vantaggi”.

 

Il Monza ha avuto poca qualità sugli esterni, e ne momento di porre la nostra domanda guardando negli occhi Citterio il ragionamento è andato da quella parte. Pedro Pereira e Kyriakopoulos si sono trovati, qualche volta, con lo spazio per crossare, ma è mancata la precisione…

 

“Vero, siamo stati imprecisi, e questo aspetto è da migliorare perché le qualità dei singoli devono concederci di essere pericolosi in determinate situazioni. Abbiamo fatto molte giocate al di sotto delle nostre potenzialità e non siamo mai stati determinanti. Anche questo è un aspetto da migliorare”.

 

Stefano Masi