Caro Monza, così fa più male

Due minuti, è durato poco il momento di estasi che si è innalzato sulle tribune dell’U-Power Stadium dopo il pareggio dei biancorossi firmato da Valentin Carboni. Due minuti, il tempo che passato da quando Szczesny ha raccolto la palla da in fondo alla rete al momento in cui è stato Di Gregorio a fare lo stesso. E’ servita una conclusione rabbiosa di Gatti al 94° per regalare la vittoria alla Juventus. Tre punti e testa del campionato, almeno per due notti, fino a Napoli-Inter di domani. 

 

Palla inattiva

 

Se si vuole trovare un grande nemico del Monza di Palladino in queste prime quattordici giornate si deve guardare alle palle inattive. Ma andiamo con ordine, perché quella che è si è vista ieri all’U-Power Stadium è stata sì una partita noiosa, ma che ha detto tanto. La Juventus si è presentata per non giocare, o meglio, per giocare a modo suo. Undici uomini dietro la linea del pallone e ripartenze rapide, affidate ai suoi giocatori di strappo. 

 

Il primo tempo della squadra di Massimiliano Allegri si racchiude in un’unica frase: minimo sforzo, massima resa. Un goal, su calcio d’angolo. Il secondo consecutivo subito dal Monza, segno che qualcosa va rivisitato. A nulla è servito il doppio miracolo di Di Gregorio, prima sul rigore di Vlahovic e poi sulla ribattuta dello stesso. 

 

La forza della Juventus sta tutta qui probabilmente. Reagire immediatamente ai momenti di difficoltà. Prima il goal sul calcio d’angolo successivo ai due errori del proprio numero 9. E poi la rete di Gatti due minuti dopo il pareggio del Monza. La sensazione è quella di una squadra che potrebbe fare molto ma che vive sul risparmio.

 

Monza “spuntato”

 

Raffaele Palladino sorprende tutti e parte senza una punta di riferimento. Fuori Colombo, con la giustificazione di un piccolo guaio fisico, e dentro Machin. Il trio d’attacco si presenta così: Machin e Colpani alle spalle di Ciurria. Leggero, troppo, visto che dall’altra parte si presentano Gatti e Bremer: due pesi massimi. 

 

Nel secondo tempo il fastidio fisico di Colombo svanisce ed il numero 9 entra in campo, insieme a Dany Mota. Mancava l’uomo in grado di tenere impegnati i due difensori bianconeri. Capiamoci, Colombo fisicamente non è sontuoso, ma la sua presenza ha costretto Gatti e Bremer ad alzare il livello di attenzione. 

 

 

L’atteggiamento di questa Juventus, quando è in vantaggio, porta ad innervosire l’avversario. Il suo non gioco, con undici uomini dietro la linea del pallone, costringe a lunghi fraseggi che spesso si risolvono in nulla. Il Monza tiene palla per il 70 per cento del tempo nella ripresa eppure di tiri in porta se ne conta solamente uno, quello di Carboni del pareggio. 

 

 

Si esce dalla 14ª giornata con la prima sconfitta interna della stagione, arrivata per mano di una pretendente allo scudetto. Poco male, cadere in casa contro la Juventus ci può stare, certo che così fa più male.