
Cappelletti: il presidente del sogno sfiorato
Il 20 febbraio del 1986 ci lasciava il grande Giovanni Cappelletti, presidente del Monza dal 1973 al 1980. In quei sette anni la società biancorossa ha toccato le vette più alte della propria storia prima del fatidico 29 maggio 2022, momento in cui il Grande Sogno appena accarezzato più volte sotto l’egida di Cappelletti è diventato realtà grazie alla magica notte di Pisa, con Berlusconi e Galliani in sella alla dirigenza.
Il “Sciur Giuan”, così era chiamato Cappelletti dai tifosi biancorossi, è stato un presidente generoso e innamoratissimo del Monza, a cui per tanti anni ha dedicato anima, corpo e un’infinita passione. La serie A è sempre stata lì a un passo, per quattro stagioni consecutive, per sfuggire come una subdola saponetta all’ultimo respiro (e dando adito a pensieri e illazioni maligne mai supportate da indizi nè tanto meno prove). Un sortilegio continuo, come se gli dei del calcio avessero voluto infierire su quella piccola grande società che aveva fatto innamorare non soltanto i propri tifosi. Delizia e croce di uno sport che non smette mai di stupire e divertire, nonostante le amarezze che da sempre si mescolano alle gioie e viceversa.
Una data tristemente nota, il 20 febbraio: due anni fa ci lasciava anche Pierluigi Frosio, monzese profeta in patria alla fine degli anni Ottanta; sotto la sua guida da allenatore, il Monza ha ottenuto l’ottima accoppiata (promozione in serie B e Coppa Italia di serie C) nel 1988. Il tempo passa inesorabilmente, ma il ricordo di due “icone” come Cappelletti e Frosio continua a vivere nel cuore e nel ricordo di chi, grazie a loro, ha trascorso significativi momenti di sport.
Gianni Santoro
Nella foto Caprotti: Cappelletti (al centro) con Alfredo Magni (alla sua sinistra) e Livio Ghioni