Bologna, quello spareggio del 1979 mai digerito…

Dici Bologna, e inevitabilmente, la memoria dei tifosi un po’ … “cresciuti” riannoda il nastro fino ad arrivare al 1 luglio del 1979, allo spareggio per la promozione in serie A tra Monza e Pescara. Una ferita che sanguina ancora, a distanza di quasi 45 anni. Poche migliaia di tifosi biancorossi (tra i 3.500 e i 4.000) sperduti nella “torcida” abbruzzese, formata da almeno 25 mila persone. Le cifre “ufficiose” relative alle presenze furono certamente gonfiate, molti ritenevano che i tifosi pescaresi presnti quel giorno fossero 40 mila, ma i dati ufficiali parlano di 28.100 paganti, possibile vi fossero circa 12 mila senza biglietto?

 

La sconfitta “Harakiri” con il Lecce…

 

Di certo c’è che quella partita, terminata con la vittoria del Pescara per 2-0, fu lo spartiacque nella storia dell’AC Monza, ci fu un “prima” e un “dopo”. Molti tifosi sostengono ancora oggi che quella squadra, allenata da Alfredo Magni, la promozione l’aveva fallita perdendo in casa con il Lecce due settimane prima dello spareggio, chi invece è convinto che quel giorno, a Bologna, dove il Pescara giocava praticamente in casa, il Monza non avrebbe mai potuto vincere per problemi di ordine pubblico (…).

 

Spareggio in bilico, fino a quell’autogol…

 

La partita durò praticamente 60 minuti, fino alla sfortunatissima autorete di Giusto su tiro di Nobili (foto). In mezzo, il gol dell’1-0 siglato dal pescarese Pavone al 40° del primo tempo, ad aprire il match fin lì molto equilibrato. Chissà se i tifosi che c’erano quel giorno ricorderanno il grande, disperato anticipo del brianzolo Gianfranco Motta (la stagione successiva al Monza) che tolse letteralmente dalla testa di Silva la palla dell’ormai certo 1-1.  Si giocavano i primi minuti della ripresa e, chissà, magari quel gol avrebbe cambiato il destino delle due squadre e della loro storia.

 

Bastava solo avere (molta) pazienza…

 

Dopo 45 anni, il Monza torna sul “luogo del delitto” per la seconda volta da quando è in serie A, ma se dici “Bologna” il pensiero è come una lingua che batte sul dente che duole e ti riporta inevitabilmente a quel giorno ormai lontanissimo, in cui in molti avranno creduto a un destino senza scampo. Invece bastava solo avere pazienza (sì ma… quanta!) e aspettare…

 

Gianni Santoro

 

Foto: Caprotti