Bacci, un “toscanaccio” emigrato a Monza (2a p.)

Grazie al contributo dell’amico Luigi Moretti, lucano di nascita, ma monzese d’adozione, creatore nel 1988 della Fiera di Monza, nei capannoni tra viale Sicilia e viale Stucchi, ad un tiro di schioppo dal ‘Brianteo’, il giornalista Gino Bacci riuscì a montare un piccolo studio televisivo, nell’angolo più estremo di un padiglione, dando vita a La Fiera dello Sport, programma settimanale riservato alle discipline sportive praticate in Brianza, ma non solo e trasmesso da una emittente privata del milanese.

 

Con Fulvio Collovati, alla trasmissione ‘La fiera dello Sport’, da un padiglione fieristico

 

Sfruttando le sue infinite conoscenze, gli ospiti coinvolti erano spesso illustri. Io ebbi, una volta, il piacere di parteciparvi, nel 1994, per discutere del campionato dei biancorossi e, a sorpresa, mi trovai a parlare al fianco di Fulvio Collovati. Per l’occasione, conoscendo bene la seconda passione sportiva del presentatore, dopo quella per il calcio, decisi di portare con me l’amico Marco Saligari, ciclista brianzolo d’adozione, nato a Sesto San Giovanni, che qualche mese prima avevo visto personalmente trionfare, in volata, nella sesta tappa del Giro d’Italia davanti alla Reggia di Caserta. ‘Ginone’ gradì molto la sorpresa. Lui, oltre che grande appassionato di football, era, infatti, anche amante del ciclismo, essendo stato amico carissimo di Gino Bartali, al quale aveva dedicato persino un libro di successo. Al termine della trasmissione, Bacci volle omaggiare i suoi ospiti con una cravatta a testa, offerta da un suo sponsor e da scegliere da un mazzo tenuto da lui stretto tra le mani. Unica condizione: il primo a partire nell’esprimere la preferenza doveva essere assolutamente Collovati, il personaggio più popolare del gruppo. Tutti i partecipanti accettarono sorridendo la regola esposta. Del resto, ad uno dei più grandi nostri difensori, campione del mondo con la Nazionale italiana nel 1982, questo riguardo non poteva che essere il minimo riconoscimento da offrire. Direttore della collana EcoSport, vincitore nel 1995 del Premio Giornalistico Angelo Corbetta e nel 1997 del Premio Valentini, Gino Bacci, tra i diversi libri, scrisse anche ‘I grandi di Livorno’, raccontando approfonditamente la vita di ben 428 personaggi illustri della sua città d’origine, da Modigliani a Mascagni, da Armando Picchi a Paolo Bettini.

 

Ottima ‘forchetta’ e buongustaio, per il Consorzio di arti e tradizioni alimentari

 

Ottima ‘forchetta’, buongustaio attratto sia dai piatti della sua terra toscana che da quelli brianzoli, cassoeula compresa, ‘Ginone’ aveva contribuito, con Luigi Moretti, alla nascita ed allo sviluppo, a Monza, del CATA, Conservatorio di Arti e Tradizioni Alimentari, favorendo incontri conviviali con appropriate spiegazioni dei piatti proposti e della loro storia. ‘’Questa mattina – scriveva, il 29 ottobre 2017, in un post su Facebook il presidente dell’associazione monzese Giuseppe Astori – è mancato Gino Bacci. Tutti l’hanno conosciuto per la sua attività di giornalista sportivo, noi lo ricordiamo per il suo lato, meno noto, ma non minore, di curioso appassionato della cultura gastronomica del Bel Paese. Socio Fondatore del nostro CATA e membro del Consiglio Direttivo, quando gli impegni lo consentivano, viveva molto volentieri le belle esperienze del nostro gruppo, partecipando attivamente con il suo entusiasmo e con i suoi consigli. Ci mancherà!‘’. Il giornalista livornese fu voluto, ai tempi, da Luigi Moretti, anche come membro speciale della giuria del Trofeo Fiera di Monza per lo Sport, presieduta per diversi anni dal campione del pedale Fiorenzo Magni, per assegnare, ogni 12 mesi, il riconoscimento al personaggio sportivo brianzolo, ma spesso anche semplicemente nazionale con agganci al territorio, distintosi nel corso dell’ultimo periodo. Il gruppo, composto da alcuni rappresentanti locali della carta stampata, quali il sottoscritto, Giancarlo Besana, Carlo Gaeta, Edo Grassi, Paolo Corbetta ed altri, con l’aggiunta di qualche nome di spicco dello sport brianzolo in generale, quale, ad esempio, il direttore di pista dell’Autodromo Romolo Tavoni, era, di norma, convocato, nei primi mesi dell’anno, in un ristorante della zona e doveva esprimersi attraverso una votazione.

 

La candidatura di Massimo Moratti per il premio “Fiera di Monza per lo Sport”

 

Spesso il nome del candidato a ricevere il premio veniva suggerito da Luigi Moretti, anche per questioni di disponibilità dell’eventuale prescelto a presenziare alla cerimonia, condizione sine qua non per l’assegnazione del riconoscimento. Un anno, Gino Bacci si ostinò con Fiorenzo Magni e con lo stesso organizzatore dell’evento nel voler premiare un suo stretto conoscente, a lui legato da motivi di lavoro giornalistico, tale Massimo Moratti, abitante a Imbersago, il medesimo paese dove risiedeva il giornalista monzese Giancarlo Besana. Motivo: i prestigiosi traguardi conseguiti dal noto imprenditore e dirigente d’azienda, nel passato come nel presente, nelle vesti di presidente dell’Inter. Assicurò anche a Moretti ed al presidente della giuria che lo stesso personaggio, già da lui preavvertito sulla possibilità dell’assegnazione del riconoscimento, in caso di chiamata, sarebbe stato disposto a garantire la sua presenza per la serata di gala in Fiera, presentata dal noto telecronista Bruno Pizzul. I due, alla fine, più per il richiamo mediatico derivante dalla presenza di Moratti alla festa, che per pura convinzione sulla validità dei requisiti necessari per l’attribuzione del premio, acconsentirono e si misero subito all’opera per presentare l’idea diplomaticamente, con maestria e dolcezza, agli altri componenti della giuria, cercando di incanalarla, così facendo, verso questa scelta, in pratica già, ‘clandestinamente’ stabilita da loro. La serata dell’incontro per la decisione definitiva si presentò subito molto accesa e movimentata, non essendo il nominativo, caldeggiato dal trio Moretti-Bacci-Magni, gradito alla maggior parte dei giornalisti presenti al tavolo. Seguirono, quindi, infinite discussioni e prese di posizione, con anche più o meno velate accuse di violazione del regolamento e di conduzione addomesticata della votazione, ai fini di favorire la volontà di un ristretto gruppo di votanti ed in particolare del ‘Ginone’, particolarmente infervorato nel difendere la propria e, per certi versi, interessata proposta. Risultato, dopo ore di fitto conciliabolo da una parte e di dura opposizione dall’altra, la candidatura di Massimo Moratti fu ufficializzata, seppure a seguito di un misterioso e contestato scrutinio dei voti. Il presidente dell’Inter, poi, come molti dei giornalisti votanti avevano già previsto nel corso di quella animata serata, non si presentò a ritirare il premio, Gino Bacci venne deriso, seppure benevolmente, per la sua audace proposta, Magni e Moretti furono apertamente accusati di ingiustificato ed inopportuno servilismo, mentre il giornalista Paolo Corbetta, uno dei più vivaci contestatori, rassegnò le sue irrevocabili dimissioni da giurato, non facendosi mai più vedere dalle parti della Fiera di Monza. Energico, sempre ironico, sanguigno, deciso, estremamente loquace e polemico, ma, spesso, anche dolce (un vero cavaliere con le signore) e piacevole, l’irriducibile scrittore dal pronunciato accento toscano, organizzatore per anni pure della Gimkana per i giornalisti sportivi in Autodromo, in occasione della rassegna ‘Motormonza’, è mancato a 80 anni, nel pieno dell’autunno 2017, dopo essere stato ricoverato per due settimane all’Ospedale San Gerardo di Monza per un infarto. Ai funerali, celebrati nella chiesa monzese di Regina Pacis, in via Buonarroti, a poche centinai di metri dalla sua ultima abitazione, presero parte tantissimi sportivi, brianzoli e non, ed affezionati giornalisti, quali Fabio Ravezzani, Sandro Sabatini, Franco Ordine e Paolo Condò, oltre agli amici della giuria del Premio Fiera di Monza per lo Sport. Il suo illustre concittadino toscano Massimiliano Allegri, ai tempi allenatore della Juventus, lo salutò, invece, su Twitter: ‘’ Addio a Gino Bacci, pioniere del giornalismo sportivo, un vanto per la nostra Livorno!’’.

 

Enzo Mauri

 

Fine seconda e ultima parte.