Bacci, un “toscanaccio” emigrato a Monza (1a p.)

Se n’è andato per sempre il 29 ottobre 2017, di domenica, il giorno che lui amava di più, potendolo dedicare quasi interamente al calcio, con la presenza alle partite, anche al ‘Brianteo’ appena poteva, con gli articoli da inviare al giornale, con le ospitate in televisione per commentare, da esperto opinionista, i fatti del pomeriggio sportivo. Anche il giorno della sua nascita, nel 1936 a Livorno, era stato speciale: il 25 dicembre, nelle ore in cui tutti festeggiavano in famiglia il Santo Natale. Gino Bacci studiò nelle scuole pisane, essendo la famiglia sfollata da quelle parti in seguito alla guerra, e nel 1961 ottenne l’iscrizione all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, iniziando a lavorare per Il Tirreno, il quotidiano della sua città ed occupandosi un po’ di tutto ma principalmente di sport, la sua passione fin da bambino. Poi, ecco il trasferimento a Torino, per non lasciarsi sfuggire la prestigiosa opportunità di scrivere per Tuttosport, che nel 1966 lo assunse in pianta stabile.

 

Al seguito della Nazionale azzurra, da Germania ’74 agli Usa nel ’94

 

Come inviato del giornale piemontese seguì i campionati mondiali di calcio, da quello disputato nella Germania Ovest nel lontano 1974 al penultimo del secolo scorso, negli Stati Uniti nel 1994, impersonando per decenni la figura di riferimento del noto quotidiano sportivo per la recensione di tutte le attività della nostra Nazionale. Negli anni Settanta, con la moglie Gabriella e con i tre figli Aurelio, Martina e Valerio, venne ad abitare a Monza, nella zona del cimitero, e incominciò a simpatizzare per la squadra biancorossa, diventando amico dei presidenti Giovanni Cappelletti e Valentino Giambelli, facendosi vedere spesso al ‘Sada’. Responsabile della redazione milanese di Tuttosport, divenne ben presto caporedattore del quotidiano. Io ebbi modo di conoscerlo bene già nel 1973, anno d’inizio della mia corrispondenza da Monza per lo stesso quotidiano e con amici comuni, primo fra tutti, il collega Giovanni Belingardi, che mi aveva lasciato il suo posto passando al Corriere della Sera. Con Bacci, pur non essendo alle sue dirette dipendenze, instaurai subito un ottimo rapporto, tanto che lui, quando mi vedeva, cercava sempre di avvicinarsi a me e di avere così notizie fresche sul Monza, chiamandomi amichevolmente e con grande simpatia, ‘Maurino’. Gli piacevano il mio modo di scrivere gli articoli sul Calcio Monza e sulle gare motoristiche all’Autodromo e l’entusiasmo con il quale affrontavo i servizi, tanto che un giorno finì per offrirmi un lavoro fisso nella sua redazione di Milano, con buone prospettive di approdare, dopo poco tempo, nella sede di Torino. Io, pur inorgoglito per l’allettante proposta, preferii l’assunzione alla IBM Italia, continuando comunque la mia collaborazione quasi a livello hobbistico, per passione e poche lire, con il ‘foglio’ piemontese. Il mio rapporto con Tuttosport proseguì così per ben 32 anni. ‘Ginone’, come molti lo chiamavano in virtù del suo fisico possente e di un faccione simpatico, ma più da buon boxeur che da giornalista, amava del calcio il bel gioco e le azioni offensive condite da tanti gol. Forse anche per questo, a metà degli anni Ottanta, s’innamorò di Pierluigi Casiraghi, al centro dell’attacco biancorosso dal 1985 al 1989, con 94 presenze e 28 reti, prima di passare alla Juventus, alla Lazio ed al Chelsea. Appena gli impegni del giornale glielo permettevano, Bacci correva al ‘Sada’ per vederlo all’opera. Più di una volta si lasciò scappare, dialogando con gli amici, che il ‘Gigi’ lo avrebbe visto molto bene nello schieramento del suo amato Livorno. Ma era chiaramente solo un sogno, in quanto il forte attaccante era già destinato ad altri prestigiosi lidi.

 

Creò e diresse “Lo Sportivo”, lanciando il 19enne Alberto D’Aguanno

 

Agli inizi degli anni Ottanta, Bacci si mise in testa di creare e dirigere un settimanale solo sportivo e vi riuscì, seppure con limitato successo e breve vita, proprio a Monza, città poco reattiva alle iniziative editoriali (basti pensare alla triste fine di tante radio, di TRMB la televisione locale e di Monza Oggi, il quotidiano voluto dal mecenate Vitaliano Sala, presidente del Calcio Monza nella stagione 1971/1972, poi dell’Hockey Club Monza ed, infine dell’USSMB-Unione Società Sportive Monza Brianza, per il primo anno di vita). Il ‘foglio’ si chiamava Lo Sportivo e si occupava principalmente di calcio brianzolo, con i biancorossi sempre in prima pagina. Nel 1983 iniziò a collaborare con il settimanale anche un giovanissimo e dinamico Alberto D’Aguanno, romano di nascita ma monzese dì adozione, che, avendo solo 19 anni e quasi nessuna esperienza nel settore, venne subito dirottato, per i servizi, sulle partite del campionato dilettanti di seconda categoria, con un occhio particolare al girone ‘Z’, ricco di formazioni brianzole. La grande notorietà Bacci l’ottenne, però, in età matura, con le apparizioni in televisione, prima alla Rai, come abile ‘spalla’ del conosciutissimo conduttore Aldo Biscardi nel suo mitico ‘Processo del Lunedì’ (passato, poi, con il nome di ‘Processo di Biscardi’ a Telepiù e ad altre minori emittenti private). Memorabili i suoi animati scambi di opinioni con il collega Maurizio Mosca. Quindi vennero le ospitate, come opinionista, a Telelombardia, Antenna 3 e Top Calcio 24, per discutere con il direttore Fabio Ravezzani di calcio in generale e, qualche volta, anche del Monza, offrendo ai telespettatori le ultime notizie captate vicino a casa.

 

Enzo Mauri

 

(Fine prima parte)