Ap…punti di vista Monza-Juventus

La prima considerazione importante che mi sento di fare dopo la partita di ieri sera è più che altro una richiesta di aiuto alla società: costruite quanto prima i tetti su curve e distinti!

 

Al di là delle battute, la partita di ieri è certamente una delle più assurde di questi due anni di massima serie. Palladino stupisce tutti cercando di non dare riferimenti davanti ma utilizzando lo spazio come centravanti con un’idea di “Guardioliana” memoria: il problema è che, con tutto il rispetto, Ciurria non è Pedro, Colpani non è Messi e Machin non è David Villa; così l’idea naufraga malamente e nel secondo tempo si torna al classico panzer in attacco, Colombo, e Dany Mota a cercare la giocata.

 

Sensi di…Mota

 

Ecco Dany Mota: spiace essere impietosi con questo ragazzo che ha sempre dato tanto e fatto tanto per questa squadra, ma anche ieri più che tentati doppi passi per poi appoggiare nove volte su dieci la palla al centrale difensivo non si è visto. Mai un cross importante, mai un tiro, e soprattutto mai la cosa che dovrebbero saper fare meglio, ovvero il dribbling, il saltare l’uomo per avere superiorità numerica.

 

Aggravante è poi l’ingenuità colossale su Rabiot al 94° minuto di una partita brutta, equilibrata un po’ per caso solo alla fine da un cross di Carboni che termina in rete, sciupata da un non- intervento difensivo del portoghese che apre la via per il successo beffardo della Juventus sul finale. Va detto che tutto il Monza ieri ha peccato un po’ di personalità: quando non tenti mai di saltare l’uomo, quando in una partita così chiusa non provi praticamente mai una conclusione da fuori area (se non Carboni all’ultimissimo secondo) diventa davvero difficile trovare strade alternative per scalfire il muro difensivo posto davanti alla porta da Massimiliano Allegri.

 

Il campo

 

La differenza a queste latitudini la fanno i campioni: la Juventus non gioca bene anzi, non gioca proprio, segna l’uno a zero su una azione che scaturisce da un rigore generosissimo dato ad inizio partita (ma che ingenuità Kyriakopoulos) e sventato con doppio miracolo da Di Gregorio, anche ieri superbo, e da un corner successivo che molto probabilmente era una rimessa dal fondo, si chiude a riccio già dal primo tempo e assume un atteggiamento paradossale con dieci e dico… dieci giocatori davanti alla linea della propria area a protezione della porta e gioisce grazie alle due giocate di un giocatore, Rabiot, troppo spesso contestato in questi anni anche dagli stessi tifosi bianconeri. 

 

Il Monza invece, ancora una volta (ed è la terza consecutiva), regala il primo tempo agli avversari, si sveglia nella ripresa e come con Torino e Cagliari riesce a trovare il gol del pareggio pur senza mai tirare praticamente verso la porta della Juve.

 

Nel finale perde una partita che avrebbe potuto portare a casa almeno con un pareggio e termina la gara con il morale un po’ più basso e con meno sicurezze.

 

Si sa, giocare contro queste squadre è bellissimo, ma i punti devono arrivare in partite più alla portata, come potrebbe essere quella di domenica prossima con il Genoa in cui ci si augura che la squadra di Palladino possa tornare a portare a casa una vittoria che manca ormai da più di un mese.

 

Lorenzo Titaro