Carpani, lo speaker biancorosso a tutto… prosecco

La famiglia di Alessandro Carpani possedeva negli anni Cinquanta e Sessanta una rinomata panetteria-pasticceria nella centralissima via Italia di Monza e lui dava spesso una mano in negozio ai suoi genitori. Tra i tanti amici, ‘Il Carpa’ annoverava pure il concittadino Gianfranco Terruzzi, detto ‘Zio Terry’, l’uomo che, con una felice intuizione e grazie ad un fortuito incontro in America con l’imprenditore Luciano Benetton, un giorno divenne celebre importando in Italia scarpe e sportswear di un marchio in patria pressoché sconosciuto, destinato però a diventare ben presto un ‘must’: Reebok. Così facendo l’improvvisato uomo d’affari riuscì, nei mitici anni Settanta ed Ottanta e con grande successo, a lanciare tra i giovani una dirompente moda, coinvolgendo anche i giocatori del Monza, società per la quale, negli ultimi tempi della presidenza di Valentino Giambelli, tentò persino una scalata ai vertici. Disponendo di buone quote azionarie e vantando amicizie di grosso peso (prima fra tutte quella con Carlo Tavecchio, nato a Ponte Lambro nel 1943 e morto ad Erba nel 2023, dirigente sportivo, politico e presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio dall’agosto 2014 al novembre 2017), l’irriducibile brianzolo, pure dopo l’uscita di scena del geometra di Omate, continuò la sua velleitaria azione, ma senza ottenere il suo scopo. In precedenza Terruzzi aveva fatto esperienza lavorativa alla Colmar, la conosciuta azienda monzese d’abbigliamento sportivo, dove opera da alcuni decenni il giornalista Paolo Corbetta e dove, per un breve periodo, offrì le sue prestazioni, come stravagante comunicatore, anche l’ex collega Giancarlo Besana.

 

I pasticcini per lo “zio Terry”, pompiere e dirigente mancato del Calcio Monza

 

Lo ‘Zio Terry’ è sempre stato, soprattutto in gioventù, un grande mattacchione. Quando negli anni Sessanta faceva il pompiere, prima di passare arbitro di calcio e dirigente dell’associazione locale dei ‘fischietti’, commissario di gara all’Autodromo, consigliere comunale, fiduciario del CONI per Monza e Brianza e, finalmente, imprenditore, era notoriamente preso in giro dagli amici per una sua curiosa abitudine. In caserma, al ricevimento della prima telefonata d’urgenza della giornata, sempre se l’orario era consono con l’apertura dei negozi, mentre l’equipaggio dell’autopompa, forte della sua immancabile presenza, si preparava a partire, lui riusciva sempre a trovare un minuto anche per fare uno squillo all’amico Alessandro, in pasticceria. Giusto il tempo di percorrenza dalla sede dei vigili del fuoco, dislocata in periferia, al centro cittadino ed ‘Il Carpa’, che conosceva molto bene i gusti dell’amico, scattava dietro il banco del locale per preparargli, in tutta fretta, il solito cabaret di pasticcini. Il camion dei pompieri imboccava, a tutta velocità ed a sirene spiegate, la discesa di via Passerini, impostava la curva ad angolo retto davanti alla chiesa di Santa Maria in Strada (sempre sbandando per il notevole carico d’acqua contenuto nella cisterna) e, una volta giunta in prossimità del negozio dolciario di via Italia, all’improvviso rallentava vistosamente la sua corsa. Questo per permettere al Terruzzi di allungare le braccia dal finestrino posteriore abbassato del pesante mezzo e recuperare, al volo, l’invitante pacchetto. Il tutto alla luce del sole, tra gli sguardi incuriositi degli increduli passanti. Una cosa era certa: prima di arrivare sul luogo dell’incendio, immancabilmente, tutti i pasticcini finivano divorati dal Terruzzi e dagli altri occupanti dell’autobotte. Per il giovane Alessandro era un’operazione davvero semplice preparare il cabaret, nel rispetto della tempistica imposta dall’amico, un po’ meno scontato, invece, riuscire a recuperare, successivamente, i soldi dall’amico che, di regola, il padre esigeva, senza accettare storie. Lo ‘Zio Terry’, dirigente mancato del Calcio Monza, nonostante il trascorrere degli anni e qualche problema di deambulazione, continua a sedere nella tribuna principale dell’U-Power Stadium e a tifare per i biancorossi con lo stesso spirito di un tempo. Lo abbiamo visto discutere animatamente ed imprecare con le stampelle in mano anche recentemente, in occasione della sconfitta interna di Pessina e compagni contro il Bologna in campionato.

 

Versilia, Rottweiler e “Sei di Monza se…”, le passioni del tifoso ed ex speaker biancorosso

 

Amante della Versilia e, in particolare, della nota località balneare di Lido di Camaiore, dove ogni anno con la moglie Claudia e con i suoi inseparabili cani trascorre le vacanze e dove si rifugia appena possibile, ‘Il Carpa’, padre di due figlie ormai grandi ed indipendenti, ama, da sempre, il classico amico dell’uomo. Ha, poi, un debole per la razza Rottweiler, tanto da essere, da anni, iscritto all’Associazione RottforLife per la difesa di questi splendidi quadrupedi. Innamorato della sua città, della storia e delle tradizioni, tifoso irriducibile del Monza, il buon Alessandro, fautore ed amministratore del gruppo on line ‘Sei di Monza se … ’, appoggia concretamente, fin dalle sue origini, il progetto umanitario ed assistenziale SLAncio dell’amico Roberto Mauri, benemerito sanbiagino doc, come lui. ‘Il Carpa’ è pure appassionato di biciclette, ma, soprattutto, di motori. Per un ventennio, in occasione del G.P. d’Italia di F.1, presso la zona box del l’Autodromo, ha organizzato un punto di degustazione vini, curandone personalmente il servizio riservato agli ospiti di riguardo, prima per conto dell’Associazione Ufficiali di Gara di ACI Sport, poi del Comune di Monza.

 

Enzo Mauri

 

(Fine seconda parte)