La Roma di Juric ancora alla ricerca di identità
Torna di scena allo U-Power Stadium un Monza alla disperata ricerca del primo successo stagionale in campionato. Di contro, una Roma reduce dalla deludente sconfitta in Europa League con l’ambiente ancora scosso dal recente esonero di Daniele De Rossi. Una sfida importantissima per entrambe le compagini, andiamo a scoprire qualcosa in più sull’avversario di turno dei biancorossi.
Come arrivano alla sfida i nostri avversari
Il successo ottenuto in extremis contro il Venezia nello scorso turno di campionato aveva parzialmente nascosto le lacune della squadra giallorossa. Lacune che sono venute a galla, anche per il massiccio turnover attuato da Juric, in Europa League dove la Roma è uscita sconfitta in terra svedese contro l’Elfsborg. Dalla tifoseria ancora scossa dall’esonero di De Rossi, alla squadra che sembra non riuscire ad ingranare la marcia giusta soprattutto sotto il punto di vista delle prestazioni, la Roma attraversa un periodo già molto delicato della propria stagione. Se è vero che in campionato la striscia aperta di due vittorie consecutive ha consentito a Dybala e compagni di risalire la classifica dopo i soli 3 punti ottenuti nelle precedenti 4 partite, è altresì vero che ci si aspetta molto di più soprattutto nella costruzione delle azioni in fase offensiva. Non a caso in Europa League è stato segnato un solo gol nelle prime due partite e proprio la seconda competizione europea per club sta mettendo in mostra alcuni difetti dei giallorossi. Ad oggi le riserve non sembrano riuscire a mettere in mostra il proprio valore per poter scalzare i titolari o comunque permettergli di rifiatare visto il fitto calendario. Questo non aiuta sicuramente Juric che soprattutto nella pausa nazionali che arriverà dopo la sfida contro il Monza cercherà di compattare il gruppo andando a lavorare anche sulla testa di qualche giocatore che sta rendendo meno rispetto alle aspettative. La stagione è solo all’inizio e questa Roma ha ancora molti margini di miglioramento.
L’assetto tattico
Dopo le prime tre partite di campionato giocate con la difesa a 4, De Rossi, in quella che sarebbe stata l’ultima sua partita alla guida della Roma, ha provato a virare sulla difesa a 3. L’avvento di Juric non ha fatto altro che avvalorare questa disposizione visto che l’ex tecnico del Torino ama giocare col terzetto dietro. Nelle ultime partite sono cambiati spesso gli interpreti, non si è mai visto lo stesso terzetto per due partite consecutive. Due i motivi per noi predominanti: la ricerca dell’assetto e della miglior chimica tra i vari difensori e il turnover che non è da sottovalutare soprattutto in questo periodo della stagione. Sta spiccando il talento del classe 2004 Pisilli che sta cercando di scalare le gerarchie a centrocampo. Nella zona nevralgica del campo, oltre al metronomo Paredes che rimane comunque un giocatore importantissimo per l’equilibrio tattico giallorosso, sta cercando di integrarsi il più velocemente possibile uno dei nuovi acquisti: Manu Koné. Il tridente offensivo, come idee, si avvicina molto a quello del Monza. Due trequartisti abilissimi tecnicamente e capaci di attaccare la porta avversaria con qualità ed efficacia e una punta, Dovbyk, molto forte fisicamente ma anche in grado di dialogare con i compagni. I due esterni hanno il compito di spingere con costanza e di mettere quanti più cross possibili per l’ex attaccante del Girona. I due trequartisti, dove spicca la classe cristallina di Paulo Dybala, devono invece essere bravi a scompigliare la linea difensiva avversaria andando alla ricerca di palloni giocabili più vicino possibile all’area di rigore. Se giocatori così dotati tecnicamente riescono a ricevere palloni puliti negli ultimi 20 metri diventano potenzialmente devastanti.
Giocatori chiave
Nelle varie rotazioni che hanno cambiato il terzetto difensivo di partita in partita c’è un giocatore come Mancini che rappresenta un vero e proprio punto cardine della difesa giallorossa. Il capitano della Roma ha carisma da vendere e non disdegna le sortite offensive dove sfrutta volentieri le sue doti nel gioco aereo. Negli ultimi anni è migliorato anche caratterialmente riuscendo a controllare meglio i suoi istinti. Dalla difesa ci portiamo in attacco con due giocatori che hanno parzialmente riposato in Europa League giocando solo mezz’ora: Dybala e Dovbyk. Le prestazioni deludenti di Soulé e Shomurodov non hanno fatto altro che amplificare la qualità dell’apporto dei due titolari. Paulo Dybala è ancora troppo importante per una Roma che in estate ha deciso di sposare rifiutando offerte allettanti arrivate dall’Arabia. Il numero 21 giallorosso ha tutto quello che dovrebbe avere un trequartista: tecnica sopraffina, visione di gioco, efficacia sotto porta e capacità nel servire assist anche in situazioni complicate. Davanti a lui agirà un vero e proprio gigante come Artem Dovbyk. Nella scorsa stagione è stato il Pichichi della Liga segnando la bellezza di 24 gol e anche con la maglia della Roma è partito con il piede giusto segnando 2 gol in campionato e 1 in Europa League. Abilissimo nel gioco aereo, dove sfrutta al meglio una l’imponente stazza, Dovbyk è un vero e proprio finalizzatore. In area è bravissimo nel trovarsi spesso al posto giusto nel momento giusto e quando c’è da calciare in porta non disdegna nessuna parte del corpo. Di testa, di sinistro, di destro, al volo o rasoterra, l’attaccante ucraino ha il gol nel sangue e ogni maniera è quella giusta per rintuzzare il bottino.
Massimiliano Perego
Foto: Giancarlo Favaro