Un imbarazzante digiuno di vittorie
15-0. No, non stiamo parlando di tennis, è sempre il nostro sport. Il primo numero rappresenta le ultime partite del Monza in campionato e il secondo le vittorie ottenute. Non si vede proprio la fine di questo digiuno di vittorie. La buona prova contro l’Inter aveva dato continuità al punto ottenuto a Firenze ma anche allo stesso rammarico per la vittoria sfumata proprio in dirittura d’arrivo. Una partita di grande attenzione difensiva e di enorme sacrificio aveva un po’ fatto pensare ad un cambio di rotta illudendoci per la successiva gara col Bologna in cui in molti speravamo nella prima vittoria stagionale. Dopo i primi venti minuti, invece, la squadra si è sciolta e nonostante il pareggio sul finale del primo tempo il seguito della gara è stato agonico e il Bologna ha portato via meritatamente i tre punti.
Scelte tecniche talvolta discutibili
Probabilmente Nesta ha sbagliato a non inserire subito Bondo nel secondo tempo per spezzare il prolungato possesso palla dei felsinei ma non crediamo sia questo il problema principale di questo inizio di stagione un po’ deprimente. Della partita di Napoli che dire? Sembravamo entrati con personalità in campo ma dopo pochi minuti i partenopei hanno preso le misure, hanno segnato due gol e nel secondo tempo ci hanno ammirato palleggiare in modo sterile. Forse veniamo via dalla trasferta di Napoli con degli aspetti da salvare ma la verità è che le partite non si affrontano in questo modo. Quando sei a metà classifica allora il gioco può diventare quasi più importante del risultato, come negli scorsi anni, ma ora che siamo in fondo alla classifica pensare al risultato è sopravvivenza. Non ci va di essere molto critici verso il mister, però vedere a Napoli Conte che pareva un tarantolato, praticamente sempre fuori dall’area tecnica, alla Oronzo Canà mentre Nesta si toccava con eleganza e tranquillità i capelli, fa un po’ pensare che, forse, per ottenere qualcosa di più da questi giocatori, sono necessari altri atteggiamenti per poter trasmettere una mentalità che faccia arrivare ad un’ unità di intenti, che poi è la vera chiave per le squadre che lottano per la salvezza.
AAA Cercasi “Animus pugnandi”
Per quanto riguarda gli aspetti tattici in questo momento non ci sembrano molto importanti, è molto più importante scavare nell’orgoglio dei calciatori perché francamente non sembrano scendere in campo preoccupati di poter retrocedere e, visto che siamo ultimi, dovrebbero esserlo. Ora non ci aspettiamo molto contro la Roma, ma dopo ci sono Verona e Venezia e iniziano ad essere partite drammatiche che possono seriamente essere un nodo decisivo per il resto del campionato. Noi speriamo che il mister risollevi la squadra e che rimanga, ma se la dirigenza la pensasse diversamente c’è libero un signore che indossa sempre il cappellino e che è avvezzo a queste situazioni e, a nostro è parere, è davvero bravo e risponde al nome di Beppe Iachini.
Francesco Aloise
(Foto: Giancarlo Favaro)