Beppe Marotta, dal Monza alla “Hall of fame” del calcio italiano (2a p.)

Tornando ai giorni nostri: Beppe Marotta, sessantaseienne amministratore delegato nerazzurro (quando di possibile presidenza nessuno aveva neppure iniziato a parlarne) , dimenticando per un attimo i suoi felici trascorsi biancorossi si è fatto particolarmente sentire, agli inizi dello scorso anno, ai microfoni degli inviati della redazione sportiva di Mediaset e con toni piuttosto polemici. Nel mirino, l’operato dell’arbitro Sacchi, in riferimento alla partita di campionato Monza-Inter di sabato 7 gennaio 2023, terminata 2-2.

 

L’amarezza dopo il pareggio dell’Inter a Monza

 

Queste le sue chiare dichiarazioni di allora: ‘’Sono amareggiato per quanto è accaduto nel corso del match con il Monza; credo che quel gol regolare di Acerbi avrebbe consentito alla nostra squadra di vincere e conquistare i tre punti. Sbagliano i giocatori, i dirigenti e gli allenatori; può capitare anche all’arbitro di commettere un errore. Serve una riflessione. Il fischio improvvido ha generato l’inutilità del VAR. Questo porta ad una riflessione: serve maggior accortezza di tutte le componenti, noi compresi.’’. Ricordiamo, per chi se lo fosse dimenticato, il tanto discusso episodio in questione, accaduto all’81’: calcio di punizione a favore dell’Inter dal limite dell’area di sinistra, con pallone che Asslani mette alla perfezione al centro per la testa di Acerbi, pronto alla deviazione in rete. Sacchi, però, sorprendentemente, annulla il gol per un presunto fallo su Pablo Marì, non accorgendosi che quest’ultimo era caduto a terra inciampando nel piede del compagno di squadra Izzo e non su spinta dell’avversario. Il VAR, con a capo l’arbitro Mazzoleni, non poté per giunta intervenire, in quanto il fischio del direttore di gara era pervenuto prima del termine dell’azione. Da qui le inarrestabili e veementi proteste dell’allenatore Simone Inzaghi a fine partita e per tutta la settimana seguente e le più diplomatiche uscite del pur adombrato Beppe Marotta. E’ doveroso però aggiungere, per dovere di cronaca, che il deludente ‘fischietto’ della sezione di Macerata, fermato poi per un turno di campionato dal designatore degli arbitri Gianluca Rocchi, nel corso della partita sorvolò anche su un intervento di gioco a inizio gara che, se sanzionato con il penalty, avrebbe potuto avvantaggiare non poco i padroni di casa.

 

 

Il “Kissinger” del calcio

 

Marotta, presente attivamente nel mondo del calcio da più di un quarantennio, tifoso da sempre del Varese, dopo tanti titoli e promozioni, è l’unico dirigente ad aver conquistato nel 2023 la sua terza finale di Champions League nel giro di otto anni, due con la Juventus ed una con l’Inter. Molti lo hanno definito ‘il Kissinger del calcio’, affiancandolo, per le sue grandi doti di mediatore e per certi ingegnosi affari e mosse strategiche al Segretario di Stato degli Stati Uniti di Nixon, che fece incontrare per la prima volta nella storia i rappresentanti di America e Cina per trovare una convergenza. Beppe ama la politica ed il suo sogno nel cassetto è quello di poter, un giorno, lasciato il calcio, di entrarvi, pur da tecnico e senza tessere di partito, per offrire il suo apporto in termini di competenza ed esperienza, magari nel settore sport. Dal 1995 Marotta è membro dell’Associazione Direttori Sportivi , prima con la qualifica di consigliere e, quindi, con nomina il 10 aprile 2017, come presidente. Attualmente può vantare anche la carica di vicepresidente del Consiglio Direttivo del Settore Tecnico della FIGC. Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal 27 dicembre 2022, Marotta, che nel 2014 è stato inserito nella ‘Hall of Fame’ del calcio italiano, nella categoria dirigente sportivo, figura anche Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

 

Da raccattapalle del Varese a presidente dell’Inter

 

Nella mattinata del 4 giugno 2024, all’Hotel Palazzo Parigi di Milano, nel corso dell’assemblea dei soci dell’Inter convocata dalla nuova proprietà americana Oaktree, ecco la sua nomina a Presidente, il ventiduesimo della storia della società nerazzurra, per occupare la prestigiosa posizione lasciata libera dall’imprenditore cinese Steven Zhang. E tutto questo partendo, all’età di soli 8 anni, dal magazzino dello stadio Ossola di Masnago dove si allenava e giocava il Varese Calcio, a non più di cinquecento metri dalla sua abitazione, pulendo gli scarpini dei giocatori, gonfiando i palloni e mettendo le maglie sporche a lavare. Il buon Beppe passò quindi, 36 mesi dopo, esattamente il 4 febbraio 1968, a fare il raccattapalle aggiunto in Varese-Juventus, partita del campionato di Serie A, terminata con il clamoroso risultato di 5-0 per i padroni di casa, con tripletta di un certo Pietro Anastasi e con un gol ciascuno di Leonardi e Vastola per la compagine allenata dal bravo Bruno Arcari e con nessuna marcatura per quella bianconera dell’esterrefatto Heriberto Herrera. Chapeau!

 

Enzo Mauri

 

(Fine seconda e ultima parte)

 

Nella foto Perego: Marotta a fianco di Frosio sulla panchina biancorossa nel 1988.