Mario Fossati, l’amico del “maestro” Brera (1a p.)

A Monza, molti tra gli sportivi meno giovani, si ricorderanno certamente di Giovanni Fossati, caporedattore de Il Cittadino, con ben 53 anni di milizia presso il bisettimanale brianzolo, mancato nel 2008 all’età di 80 anni. Pochi invece, di sicuro, hanno avuto il bene di conoscere, se non per sentito dire, Mario Fossati, altro giornalista nato all’ombra del Duomo cittadino, un vero fuoriclasse nella storia della carta stampata italiana oltre che di quella di casa nostra. Il più anziano e longevo dei due Fossati aveva emesso i primi vagiti il 29 settembre 1922, quando l’Autodromo aveva aperto da pochi giorni i battenti, ed è mancato, novantunenne, il 2 dicembre 2013.

 

La crescità in povertà, con il padre sindacalista cattolico e la madre maestra

 

Mario era cresciuto in una famiglia povera, in grandi difficoltà, con poche risorse a disposizione, anche a causa delle conseguenze derivanti dalla spiccata e scomoda militanza antifascista del padre Luigi, sindacalista cattolico. Mamma Anna, di origini marchigiane, era invece un’apprezzata maestra della Brianza. Il futuro giornalista, grazie alle sue indiscusse doti di onestà, semplicità, schiettezza e sincerità, aveva comunque saputo far fronte, fin da giovane e con esemplare forza d’animo, ad una vita non priva di esperienze durissime e dolorose. Tra queste, pure il coinvolgimento nel secondo conflitto mondiale. Alla fine della guerra, Fossati iniziò la sua attività giornalistica, in prevalenza come corrispondente da Monza per la Gazzetta dello Sport, occupandosi dei biancorossi impegnati allora nei campionati di Serie C. Il quotidiano milanese, a quei tempi, era ancora sotto la direzione di Bruno Roghi, prima del passaggio, sul finire degli anni Quaranta, alla coppia Emilio De Martino-Gianni Brera (quest’ultimo condirettore dal 1° dicembre 1949) e, dal gennaio 1950, a quella formata da Gianni Brera e da Giuseppe Ambrosini (lo scrittore pavese rimase solo al comando del giornale dal novembre 1954 al giugno 1961). Oltre che della ‘rosea’, Roghi ebbe, poi la responsabilità del Corriere dello Sport dal 1947 al 1960 e di Tuttosport dal 1960 al 1962, anno in cui morì, sessantasettenne, a causa di un male incurabile.

 

Bruno Roghi, unico giornalista ad aver diretto i tre principali quotidiani sportivi nazionali

 

Ad oggi, il buon Bruno è il solo giornalista, tra l’altro fondatore e presidente del Gruppo Milanese Giornalisti Sportivi, nonché presidente dell’Unione Stampa Sportiva Italiana e vicepresidente dell’Unione Internazionale Stampa Sportiva, ad aver diretto tutti e tre i principali quotidiani di sport del nostro Paese. Come cronista brianzolo alle prime armi, Mario Fossati scrisse pagine memorabili sulla ‘rosea’, soprattutto sulla stagione 1947-1948 del Monza, impegnato nel girone ‘F’ del campionato di Serie C. La squadra biancorossa, guidata dalla panchina da Luigi Bonizzoni, nel doppio ruolo di mister e giocatore, riuscì allora a mantenere la categoria, grazie al secondo posto in campionato, alle spalle della Marzoli Pro Palazzolo, e, nelle finali interzonali delle seconde classificate, dietro all’Asti. Fossati, a ragione, esaltò in particolare le prestazioni dell’ex calciatore dell’Inter, del Piacenza e del Genoa Giovanni Gaddoni, autore con la maglia del Monza di ben 19 reti in 20 partite. In quella formazione militavano anche Piero Ventura, Sergio Magni, Aurelio Piazza, Franco Basilico ed un certo Luigi ‘Gigino’ Del Signore, destinato a diventare, con il trascorrere degli anni, dirigente di spessore della stessa società di appartenenza. Da incorniciare, per trasporto ed esaltazione, l’articolo del cronista brianzolo relativo alla partita della ventesima giornata di campionato Monza-Orceana, giocata l’11 aprile 1948 e vinta dai padroni di casa 6-1.

 

Fossati alla “Gazzetta”, prima di Enrico Camesasca e di Angelo Corbetta

 

Mario Fossati anticipò, nella famiglia della ‘rosea’, altri due grandi giornalisti locali, Enrico Camesasca prima ed Angelo Corbetta poi, entrambi, però, rimasti ancorati (il secondo addirittura per 25 anni, sino al 1985, anno della sua prematura scomparsa) al ruolo di corrispondente da Monza. Ben presto il dinamico collaboratore della ‘Gazza’ divenne amico di Gianni Brera, che lo strappò dalla corrispondenza dal capoluogo della Brianza e gli assegnò il compito di occuparsi di ciclismo, il suo sport prediletto. Su questa popolare disciplina, Mario Fossati scrisse poi pagine memorabili, facendo trasparire una passione particolare per Fausto Coppi, Gino Bartali e per il vicino di casa Fiorenzo Magni, toscano di origini, ma ormai da anni cittadino monzese. Intimo amico di Peppino Meazza, di Nereo Rocco e dell’atleta Ottavio Missoni, ostacolista sui 400 metri alle Olimpiadi di Londra del ‘48, prima di diventare maestro di alta moda, al giovane inviato garbavano pure l’ippica, il pugilato e l’alpinismo, con un’incondizionata devozione per il concittadino Walter Bonatti. Il momento professionale più importante e indimenticabile per lui fu quello del Tour de France del 1952, dominato dal grande campione Fausto Coppi. Il temerario giornalista brianzolo seguì tutta la prestigiosa corsa sul sellino posteriore del ‘motociclettone’, ovvero la mitica Moto Guzzi 500, guidata per l’occasione dall’esperto motociclista Alippi, già collaudatore della Casa di Mandello Lario e, da bravo lombardo, in perfetta sintonia con il conterraneo Fossati.

 

Enzo Mauri

 

(Fine prima parte)

 

Nella foto: Mario Fossati, primo a sinistra, al fianco del grande Gianni Brera.