Belingardi, sfortunato testimone della promessa di Galliani (1a p.)

Se Silvio Berlusconi è passato alla storia come il grande uomo dei sogni realizzati, Adriano Galliani non può non essere etichettato quale dirigente delle promesse mantenute.

 

Il simpatico incontro con l’A.D. rossonero all’Isola d’Elba nel 1993

 

Isola d’Elba, Porto Azzurro, 22 maggio 1993, ore di vigilia del prologo del 76° Giro ciclistico d’Italia, i cui diritti televisivi, dopo decenni di rigido monopolio Rai, erano passati alle reti berlusconiane. Io, allora, mi occupavo delle pubbliche relazioni della IBM Italia, tra i principali sponsor dell’evento. In mezzo ai ciclisti, ad un certo punto, scorgo per la strada due visi noti, quello del mio grande amico Giovanni Belingardi, collega giornalista, direttore dei rapporti con la stampa del Gruppo Fininvest e quello dell’ amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, altro caro personaggio. Il nostro occasionale incontro si rivelò subito gradevolissimo. Dopo le formalità di rito ci ritrovammo tutti e tre insieme, monzesi purosangue, seduti al tavolino di un bar in riva al mare, ricordando i fantastici anni quando il dottor Galliani ricopriva la carica di dirigente e vicepresidente del Calcio Monza, lanciato verso il sogno della serie A, e noi due, giovani giornalisti, raccontavamo le gesta della squadra biancorossa sulla carta stampata.

 

Il golfino di Davide De Zan non gradito a Silvio Berlusconi

 

Ad un certo punto, mentre sorseggiavamo, in completo relax, l’aperitivo, il telefonino di Belingardi si mise improvvisamente a squillare. Dopo qualche istante di concitata conversazione a distanza, il destinatario della chiamata si alzò dalla sedia e, a passo svelto, si diresse verso Davide De Zan, distante qualche decina di metri da noi, che, con indosso un golfino a quadri dai colori vistosi, stava dialogando appassionatamente con alcuni sportivi. Il telecronista, allora punto di forza di Tele Montecarlo per i servizi di ciclismo, era stato ingaggiato in prestito ed in prova dalla Fininvest (Mediaset non era stata ancora fondata e lo sarà pochi mesi dopo, esattamente il 15 dicembre 1993) proprio per questo seguitissimo evento. Belingardi, dopo pochi minuti, fece ritorno al nostro tavolino e, scusandosi per la forzata scortesia, ci raccontò i motivi dell’ imprevisto spostamento. Ebbene, sul suo cellulare aveva chiamato Silvio Berlusconi che, seguendo da casa, alla televisione, i primi collegamenti per la presentazione, da Porto Azzurro, della tappa inaugurale del 76° Giro d’Italia, aveva trovato poco decoroso e consono l’abbigliamento del nuovo commentatore delle sue reti. Chiedeva, quindi, al fedele responsabile delle Comunicazioni, inviato per l’occasione sull’isola, un solerte intervento per costringere lo sprovveduto giornalista all’immediato cambio di look. A suo insindacabile giudizio, per questioni di classe e di stile, un telecronista della Fininvest non avrebbe mai dovuto presentarsi ai telespettatori indossando un pullover a quadri, per di più a tinte cangianti, neppure per una manifestazione sportiva. Secondo il Cavaliere, De Zan sarebbe stato accettabile solo in giacca, camicia e cravatta in tinta. Per la cronaca, l’allora giovane collaboratore sotto esame ascoltò, senza fiatare, quanto riportato dal collega giornalista e non lo si vide più, per tutte le tappe del Giro d’Italia, in golfino davanti alle telecamere.

 

Un ritorno ai vertici del Monza già previsto 31 anni fa, al 76° Giro d’Italia

 

Tra una chiacchiera e l’altra, a me venne poi spontanea una considerazione, con la conseguente logica domanda al loquace Galliani: ‘’Dottore, pur comprendendo gli immaginabili motivi di una brillante carriera da sviluppare e potenziare al massimo, alla base della sua ultima importante scelta, noi, da tifosi biancorossi, non possiamo che sentirci delusi e, in qualche modo, amichevolmente traditi. Ci complimentiamo con lei per i successi già conseguiti, ai vertici della società rossonera, e per le esaltanti prospettive future, ma, nello stesso tempo, ci sentiamo anche di dirle che, per il bene dei suoi amati concittadini, proprio non avrebbe dovuto lasciare la Brianza. Come faremo mai, noi poveretti seguaci del Monza, tristi ed abbandonati, a conquistare la Serie A, senza il suo determinante contributo dirigenziale?’’. Adriano Galliani sorrise, poi, sistemandosi il colletto aperto della camicia, esclamò: ‘’Non preoccupatevi, un giorno, finita la mia fantastica storia con il Milan, tornerò a lavorare in Brianza ed insieme, questa volta, faremo davvero grandi cose! A Monza sono nato, ho ricevuto il battesimo e la prima comunione, sono stato cresimato ed ho frequentato le scuole. Grazie a mia madre Annamaria, mancata troppo presto, sono diventato, in giovanissima età, anche tifoso e successivamente, una volta cresciuto, pure dirigente della squadra biancorossa. Fu lei a portarmi per la prima volta allo stadio monzese San Gregorio, dietro la stazione, quando avevo appena cinque anni! Ora lavoro con tantissima passione per il Milan, ma sentendomi fondamentalmente come un uomo in prestito. Al cuore non si comanda ed al termine di ogni gara dei rossoneri, in caso di concomitanza degli incontri, non manco mai di chiedere negli spogliatoi al massaggiatore della squadra, sempre informato su tutto, il risultato conseguito dalla compagine biancorossa nel turno di campionato. Monza dovrà essere per me, un giorno, quello che Itaca è stata per Ulisse!’’. Giovanni Belingardi, dopo aver ascoltato attentamente le parole di Galliani, sorrise e, compiaciuto, senza farsi notare dal suo illustre superiore, mi diede di gomito. Che dire adesso al dottor Galliani, dopo quanto di stravolgente e magico verificatosi negli ultimi sei anni al Calcio Monza? Semplicemente ‘chapeau!’. E, poi, plaudire festanti alla coerenza ed alla serietà di questo grande personaggio che, venticinque primavere dopo la sua promessa fatta, in un caldo pomeriggio di maggio all’Isola d’Elba, ha voluto mantenere la parola data, proponendo e consigliando, nel settembre 2018, a Silvio Berlusconi l’acquisto della società biancorossa. Obiettivo: il raggiungimento, con un percorso romantico ed avvincente, della Serie A, traguardo poi favolosamente centrato il 29 maggio 2022, dopo 110 anni di sofferta attesa in città.

 

Enzo Mauri

 

(Fine prima parte)