Mario Perego, il decano dei giornalisti anni ’80 (2a p.)

Mario Perego, con Giovanni Fossati, abitante a Monza nello stesso condominio di via Beethoven, con Angelo Corbetta, risiedente pure lui nel quartiere Cazzaniga, a poche centinaia di metri di distanza e con Enrico Camesasca, unico fuori zona, ma con casa solo ad un paio di chilometri dai colleghi, costituiva l’inseparabile quartetto storico di giornalisti monzesi motorizzati, al seguito della squadra biancorossa al ‘Sada’. Per loro, in occasione di ogni partita casalinga della formazione brianzola, vigeva la consuetudine di recarsi allo stadio tutti assieme, con un’unica auto, la Fiat 128 colore verde oliva di proprietà del corrispondente de La Gazzetta dello Sport, nonché geometra dell’Ufficio Tecnico responsabile del settore Edilizia Pubblica del locale Comune, dove, tra l’altro, figurava impiegato anche un giovane Adriano Galliani, all’inizio della sua folgorante carriera. Sul finire degli anni Settanta, poi, con il conseguimento della patente da parte del figlio, la guida della vettura passò da Angelo a Paolo Corbetta. Solo in una circostanza, a causa di alcune burrascose vicende del Calcio Monza, questa regola fu infranta ed il gruppo finì per separarsi nel tragitto casa-stadio e ritorno.

 

RETI STRAPPATE, PORTE E PANCHINE DIVELTE AL ‘SADA’

 

Domenica 4 giugno 1978: la formazione di Alfredo Magni è in piena lotta per conquistare la promozione in Serie A. La classifica, a 180’ dal termine del campionato, recita Ascoli già promosso con 57 punti, Catanzaro secondo a quota 41 e la coppia Monza-Avellino terza ad una lunghezza dalla compagine calabrese. I biancorossi, dopo tre vittorie consecutive contro Il Rimini, il Lecce e l’Ascoli, si apprestano a disputare il penultimo turno del torneo a casa della modesta e pericolante Pistoiese. I pronostici sono tutti a favore della squadra brianzola, ma, in terra di Toscana, una doppietta di Ferrari, con un gol per tempo, porta in paradiso gli arancioni e condanna alla rimanenza in serie B gli irriconoscibili ospiti. La Pistoiese raggiungerà, poi, un’onesta salvezza ed il Monza terminerà la stagione al quinto posto, dovendo così rimettere nuovamente nel cassetto i sogni del passaggio nella massima categoria, come accaduto 12 mesi prima a Modena, con uno scenario, per certi versi, simile. E così, alcuni scatenati tifosi, subodorando una certa malcelata volontà della dirigenza biancorossa di rimanere in Serie B, causa la mancanza di uno stadio adeguato per disputare un torneo di ‘A’ e per questione di ipotizzabili maggiori spese difficilmente sostenibili dal gruppo, al ritorno da Pistoia, manifestano tutto il loro disappunto, prendendo di mira le infrastrutture del ‘Sada’, panchine, reti e pali delle porte compresi. Non soddisfatti, questi facinorosi decidono di completare l’opera, a distanza di solo due giorni dalla disfatta di Pistoia, martedì 6 giugno, in occasione della pur vittoriosa gara interna di Coppa Italia contro la Fiorentina (3-2 con reti di Sella, autore di una doppietta, Blangero, Cantarutti e Acanfora), davanti a solo 365 spettatori paganti, per un incasso, nelle vecchie lire, di 1.127.600. Giovanni Fossati, esemplare cittadino, amante dell’ordine e del rispetto delle persone e delle cose, nonché sereno sportivo e corretto cronista, il giovedì successivo ai violenti eventi, sulle pagine del principale giornale locale dove lavora, non può certo esimersi dal condannare, senza mezzi termini, questi bruttissimi episodi di teppismo, finendo per definirne gli autori ‘pseudo tifosi’ e suscitando così la loro decisa reazione.

 

L’AUTO DI PEREGO, CON FOSSATI A BORDO, SCORTATA ALLO STADIO DALLA POLIZIA

 

Nonostante la solidarietà di tutti i colleghi e l’approvazione di tanti benpensanti per l’appropriato commento giornalistico, il caporedattore de Il Cittadino si trova, così, a subire chiare minacce, con i muri del palazzo di casa imbrattati da frasi ingiuriose e scritte provocatorie, ricche di epiteti offensivi e volgari diretti direttamente alla persona. La tensione in città cresce sempre più con il trascorrere delle ore, fino a far ritenere la situazione inerente l’ordine pubblico oltremodo preoccupante. Così la domenica per l’ultima partita di campionato del Monza, Fossati è costretto, contro il suo volere, a recarsi da casa al ‘Sada’ con una vettura scortata addirittura da quattro mezzi della Polizia. Percependo il momento delicato del collega e temendo qualche rappresaglia nei confronti del solito gruppo unito, facilmente identificabile dalla Fiat 128 colore verde oliva dell’amico Angelo Corbetta, il giornalista più conosciuto e popolare dei quattro, Mario Perego, con atto di grande generosità, si offre di accompagnare lui allo stadio, con la propria macchina, Giovanni ed il figlio Stefano, ormai da anni immancabile e vero supporter biancorosso, dividendo per una volta, il mitico quartetto. Cosa che puntualmente avviene la domenica pomeriggio, con molto coraggio, ma anche con evidenti timori da parte del conducente della vettura e dei due passeggeri. Fortunatamente, Giovanni Fossati, più noto per i suoi ‘pezzi’ settimanali su Il Cittadino che per i lineamenti del volto e seduto, per l’occasione, sui sedili dell’auto del collega coinquilino, mezzo mai visto dalle parti del ‘Sada’, non viene riconosciuto dagli irriducibili ‘pseudo tifosi’, schierati minacciosi sul piazzale dello stadio con bastoni e catene. Così, grazie anche al nobile gesto di Mario Perego, tutto può concludersi senza ulteriori danni per il frastornato giornalista di casa. Cosa che, invece, le cronache dei giornali non potranno riportare, il giorno seguente, per il bistrattato ‘Sada’, ancora una volta, preso di mira con pesanti atti vandalici, nonostante la sonante quanto inutile vittoria del Monza sul Taranto per 4-0 (gol di Scaini, Cantarutti e doppietta di Silva). Mario Perego ci ha lasciato improvvisamente all’inizio degli anni Novanta, senza poter vantare il traguardo raggiunto delle 65 primavere e con un rimpianto: non aver mai visto allo stadio i suoi due figli, l’ attuale pensionata sessantacinquenne Ornella e Gianmarco, ora architetto di 62 anni, coetaneo dell’unico erede maschio di Giovanni Fossati, ma, contrariamente alle passioni dell’amico d’infanzia Stefano, cresciuto nello stesso condominio, mai attratto dal pallone, neppure per i giochi in cortile.

 

Enzo Mauri

 

(Fine seconda e ultima parte)

 

Nella foto: Mario Perego (al centro) con i colleghi Enzo Mauri, alla sua sinistra, e Fulvio Quarella.