Mario Perego, il decano dei giornalisti anni ’80 (1a p.)

Mario Perego, classe 1927, di giornalismo si era occupato all’inizio della sua vita lavorativa, curando la pubblicazione del periodico aziendale della Philips, prestigiosa multinazionale olandese del settore ‘Health tech’, presente nella città di Teodolinda dal 1946 e per 71 anni. In questa ditta era stato assunto, in pianta stabile, in giovane età. Per diletto e per arrotondare un poco lo stipendio, collaborò poi con Il Cittadino di Monza e Brianza, scrivendo prevalentemente di motorismo e di calcio, fino a divenire, a distanza di anni, corrispondente dal capoluogo brianteo per il quotidiano Stadio-Corriere dello Sport. Qui prestò la sua opera per un trentennio, fino al forzato passaggio di consegne, causa grave malattia, al collega del principale giornale monzese Fiorenzo Dosso, ora collaboratore della società AC Monza per il sito ufficiale biancorosso con la rubrica ‘Il Monza si racconta – I giovedì di Fiorenzo Dosso’. Cordiale, gentile, scrupoloso, signorile, profondo conoscitore degli argomenti da trattare, pacato nei giudizi, dotato di una grande umanità, Perego scrisse un’infinità di articoli anche per Monzasprint, la pubblicazione ufficiale dell’Associazione Sportiva Amici dell’Autodromo e del Parco. Per questioni professionali, ma anche con un certo trasporto emotivo, seguiva tutte le partita casalinghe del Monza, tralasciando le trasferte, ritenute sempre impegnative, dovendosi occupare per il suo giornale, in molti fine settimana, pure degli eventi motoristici in programma nel ‘Tempio della velocità’. Ne approfitto per raccontare, nei suoi pittoreschi dettagli, un singolare e curioso aneddoto che lo vide protagonista, qualche anno prima della sua dipartita, nel prestigioso ambiente rombante di casa.

 

L’INTERVISTA A MASSARO COSTATA UNA CRAVATTA ED UN LIBRO

 

Al termine delle prove di qualificazione del G.P. d’Italia del 1987, Perego ricevette in dono dal concittadino Ercole Colombo, il più illustre fotografo della F.1 degli ultimi decenni, un sacchetto colorato di tela contenente alcuni gadget del principale sponsor della scuderia di Frank Williams, il libro ‘F.1 oltre la pista’, scritto, pochi mesi prima, dallo stesso reporter in collaborazione con il noto giornalista Pino Allievi ed una cravatta a strisce verdi e blu, con il logo di una nota azienda di profumi, da poco entrata nel ‘circus’ a fianco del team britannico di Grove. Il corrispondente monzese, particolarmente raggiante per il simpatico pensiero, depose momentaneamente quanto ricevuto in un angolo della carrozza del vicino tram, caratteristica sede esterna dell’Associazione Sportiva Amici dell’Autodromo e del Parco, presidiata da alcuni anziani soci, per recarsi ai box ad intervistare il concittadino Daniele Massaro, da poco approdato al Milan, via Monza e Fiorentina e grande appassionato di automobilismo. Una volta chiusa, trentacinquenne, la carriera calcistica nel 1996 in Giappone nelle file dello Shimizu S-Pulse, ‘Provvidenza’, come lo chiamavano allora i tifosi, farà registrare, anche con le quattro ruote, note di grande rispetto: due vittorie in rally nazionali, cinque partecipazioni al Rally di Monza, con Valentino Rossi pilota da battere e due presenze, sul finire degli anni Novanta, al Rally di Sanremo, gara iridata facente parte del calendario della Federazione Automobilistica Internazionale.

 

LE MAGLIE DEL MILAN AI MECCANICI DELLA FERRARI

 

Ai box, quel pomeriggio, Massaro si era recato, al termine degli allenamenti a Milanello, oltre che per vedere all’opera i piloti di F.1, a lui tanto cari, per omaggiare di alcune maglie rossonere, autografate con dedica, come promesso nel corso di una precedente visita a Maranello, i meccanici della Ferrari, suoi amici da diversi anni.
Dopo una mezzoretta di simpatico dialogo con il grande centrocampista d’attacco, scoperto da Adriano Galliani e lanciato dal Monza nel 1978 in Serie B, dove disputò tre buone stagioni, Mario Perego fece quindi ritorno al tram. Qui, una volta salito sulla carrozza, si diresse nell’angolo dove poco prima aveva lasciato il suo sacchetto, ma, con grande stupore, si accorse che nel frattempo questo era sparito. Risentito ed imbufalito per la spiacevole sorpresa, atteggiamento assai raro per un signore come lui, riferì subito quanto accaduto a Renzo Nobili, presidente del gruppo motoristico monzese e suo amico da lunga data. Quest’ultimo, alquanto sorpreso ed incredulo, si mise immediatamente ad indagare in loco, a caccia dell’autore dell’appropriazione indebita e con la speranza di poter recuperare in quattro e quattr’otto la pur modesta refurtiva. L’azione non sortì, però, alcun risultato soddisfacente e, così, il Numero Uno degli ‘Amici’, per rimediare al malfatto, avvenuto in uno spazio occupato dalla sua associazione, decise di mettere mano personalmente al portafoglio. Prese, quindi, la macchina e si diresse in centro città per acquistare, in un negozio d’abbigliamento, una cravatta a righe, con gli stessi colori di quella sparita e, da un libraio, il volume di Ercole Colombo. Per recuperare una ‘regimental’ simile a quella descritta, non si presentarono particolari problemi, mentre, per venire in possesso della pubblicazione, subentrarono pesanti complicazioni, non essendo stata prevista nelle librerie la vendita di ‘F.1 oltre la pista’. Ritenendo che la costosa cravatta stretta tra le mani, firmata e di valore decisamente superiore rispetto a quella con impresso il logo dello sponsor, potesse bastare per la compensazione del furtarello subito, Nobili tornò baldanzoso in Autodromo, da Mario Perego, con il pacchetto infiocchettato. Di certo, non poteva sapere che all’amico giornalista del classico accessorio d’abbigliamento maschile non importasse nulla. A lui, vero appassionato di sport e di motorismo in particolare, premeva solo riavere il libro di Colombo. Ma, per educazione e classe, non avrebbe mai osato chiederne all’ autore un’altra copia in omaggio, dopo quella già precedentemente ricevuta. Questo, nonostante i cordiali rapporti da tempo in essere con l’apprezzato fotografo brianzolo, pure collega della carta stampata, e l’esistenza di una certa sintonia, favorita anche dalla stessa passione per i calciatori del Monza, oltre che per i piloti delle auto da corsa. Per risolvere l’arcano e tranquillizzare il buon Mario, per di più valido collaboratore del periodico della sua associazione, a Nobili non restò allora che chiedere aiuto ad un socio, particolarmente affiatato con Colombo. Trovato il reporter ed una volta spiegatogli a quattr’occhi, tra uno scatto e l’altro, quanto accaduto qualche ora prima sul vecchio tram, una nuova copia, ancora incellofanata, del libro saltò finalmente fuori dal bagagliaio dell’auto dello scrittore, per finire nelle mani dell’incredulo Perego, tornato a sorridere, come prima dell’intricata questione.

 

IL RILANCIO DI MONZAGOL, VOLUTO DA BESANA E VANIN

 

All’inizio della stagione 1986/1987, con Antonio Pasinato seduto sulla panchina biancorossa, Giancarlo Besana, ormai affermato giornalista e Gigi Vanin, stravagante tifoso, destinato, a distanza di diversi anni, a trasferitosi a vivere ai Caraibi, chiesero a Mario Perego, come avevano fatto, con successo, con me e con il giovane corrispondente della ‘rosea’ Paolo Corbetta, la sua partecipazione per il rilancio di Monzagol, il giornalino da distribuire gratuitamente al ‘Sada’ in occasione degli incontri interni di campionato. L’esperto cronista accettò con grande piacere e curiosità la proposta avanzata dagli amici e si mise subito al servizio della strana coppia. ‘’Non mi va di sottrarmi all’invito alla collaborazione“spiegò poi il rappresentante di Stadio-Corriere dello Sport, firmando il suo primo pezzo sulla pagina d’apertura della pubblicazione “E non faccio mancare gli auguri di rito ai due pionieri-rinnovatori. Loro vogliono dare dignità e consistenza a un giornaletto destinato a lanciare squilli di gioia o d’allarme, efficaci, ma di breve durata, in linea con le improvvisazioni prodotte dalla passione della provincia, cui tutti noi apparteniamo. Il quotidiano per il quale sono corrispondente da Monza presenta due edizioni nazionali, entrambe ‘fuori zona’, l’una rivolta al Centro-Sud, l’altra con epicentro Bologna, che si scontra al Nord con due testate sportive di più radicata tradizione. Ovvi motivi di diffusione fanno privilegiare, anche nel nostro campionato, le formazioni più direttamente coinvolte nella zona tosco-emiliana. Perché compaia qualcosa riguardante i biancorossi su Stadio-Corriere dello Sport, con spazi pari almeno a quelli dedicati alla Spal o alla Rondinella, bisogna che il Monza faccia un campionato d’eccellenza, sempre al vertice. Per mettere nei titoli i ragazzi di Pasinato, bisogna che la squadra riscuota interesse, raccolga risultati, costituisca campanello d’allarme per tutto il girone; faccia, insomma, sempre notizia. Se davvero sarà così, anche se mi toccherà dedicare un numero maggiore di pomeriggi a commentare le imprese dei biancorossi, ne sarò contento.’’. Per la cronaca, il Monza, nel campionato 1986/1987, ripartendo dalla Serie C dopo l’amara retrocessione dell’annata precedente, si dovette poi accontentare, con 36 punti conquistati, del quinto posto alle spalle del Piacenza, del Padova, della Reggiana e della Spal. Uniche note positive restarono le 9 reti (una in Coppa Italia) di Gaetano Auteri, miglior marcatore locale della stagione e le 8 (due in Coppa Italia) del diciassettenne Pierluigi Casiraghi. Buona e promettente fu anche l’annata del difensore Alessandro ‘Billy’ Costacurta, impegnato in 30 incontri, prima del suo ritorno al Milan.

 

Enzo Mauri

(Fine prima parte)

 

Nella foto: Mario Perego in mezzo tra i colleghi Enzo Mauri (a sinistra) e Fulvio Quarella.