Colori biancorossi a Santiago de Compostela

Esistono indubbiamente svariati motivi e tanti modi per pregare la Madonna o i Santi, alcuni molto semplici, altri più complessi, destinati a finire negli articoli di colore dei giornali, sulle pagine Facebook o sui siti web. Il dirigente sportivo, imprenditore, senatore, vicepresidente vicario ed amministratore delegato dell’AC Monza Adriano Galliani, in occasione delle partite casalinghe pomeridiane di campionato della sua squadra, circa a metà della ripresa, quando il risultato è ancora in bilico, è solito abbandonare l’U-Power Stadium per recarsi in auto in centro città, nella basilica di San Giovanni Battista, meglio conosciuta come Duomo, e fermarsi, appena entrato, sulla sinistra, davanti all’altare della Madonna dell’aiuto. Qui, in venerazione davanti al noto quadro votivo, affida sempre alla Vergine Maria i suoi giocatori, per poi far ritorno allo stadio ed apprendere così l’esito finale dell’incontro. Piero Marchesi, classe 1960, originario di Lissone, ma da parecchi anni residente a Velate, località Il Dosso, dal 1997 vigile nella sua città nativa, ormai prossimo alla pensione, prevista a metà del 2025, per le raccomandazioni, al fine di potersi garantire un futuro sereno, possibilmente ricco di nuove soddisfazioni, ha scelto un mezzo originalissimo, per certi versi unico. Domenica il ‘ghisa’ brianzolo partirà, infatti, da casa sua, per raggiungere nella regione della Galizia, nel nord-ovest della Spagna, il capoluogo Santiago de Compostela e, in particolare, il presunto luogo di sepoltura dell’apostolo San Giacomo, le cui spoglie si ritiene giacciano all’interno della famosa cattedrale consacrata nel 1211, che si affaccia su una grande piazza racchiusa dalle mura medievali della città vecchia. Piccolo particolare: macinerà i circa 2200 chilometri del percorso a cavallo di un vecchio Velosolex, il bicimotore creato nel 1946 dall’azienda meccanica francese Solex e prodotto sino al 1988 in circa sei milioni di esemplari.

 

In viaggio col bicimotore

 

Il piccolo motorino nero, simbolo a due ruote della gioventù dei mitici anni Sessanta, simile, per intenderci, allo storico Mosquito della Casa brianzola Garelli, è stato, per l’occasione, interamente messo a nuovo, motore compreso, dallo stesso Marchesi con tutti pezzi originali fatti arrivare dalla Francia e dall’Olanda e con l’aggiunta di un serbatoio supplementare sul tubo verticale del telaio, di un contachilometri sul manubrio e di due capienti borse ai lati della ruota posteriore. Per quanto riguarda gli aspetti sportivi, bisogna rimarcare che il buon Piero è un appassionato di motociclismo, a tutti i livelli, ma anche un attento osservatore di calcio, disciplina che praticava da ragazzo, all’oratorio, con il ruolo di portiere. Non lo si può definire un accanito tifoso del Monza, non frequentando abitualmente l’U-Power Stadium, ma, questo sì, un grande simpatizzante, sempre attento alle vicende ed ai risultati della squadra brianzola, a maggior ragione in questi ultimi anni, con la formazione di Raffaele Palladino impegnata in Serie A. Marchesi, che adorava Sepp Maier, l’ora ottantenne portiere della Germania Ovest e del Bayern Monaco, vincitore incontrastato in Europa negli anni Sessanta e Settanta, nonché, da bravo juventino, i grandi estremi difensori bianconeri e della Nazionale Zoff e Buffon, porterà in Spagna, nella sua ardita impresa, i colori biancorossi.

 

Otto ore al giorno di viaggio

 

‘’A fare questa dura, ma appagante, esperienza” ci racconta il simpatico agente di polizia locale “mi ha spinto la passione per i mezzi a motore a due ruote ed il mio spirito d’avventura in giro per il mondo. Percorrerò tra i 200 e i 250 chilometri al giorno, seguendo, possibilmente, i percorsi delle principali linee ferroviarie, in quanto i treni, come il mio Velosolex del 1985, prediligono, per evidenti questioni tecniche, le zone pianeggianti, prive di salite. I pezzi di ricambio, comprese due camere d’aria ed un copertone intero nuovo, pieghevole come quelli dei ciclisti di una volta, li porterò con me in una sacca. In totale, considerando il mio peso forma di 85 chili ed i 20 dello stretto necessario che sarò costretto a caricare, il motorino dovrà sopportare nel tragitto poco più di un centinaio di chilogrammi. Per mangiare e per dormire non ho luoghi ed orari prefissati in agenda e mi fermerò dove il fiuto mi consiglierà, un po’, come si suol dire, dove capita. Prevedo, se non subentreranno inconvenienti, di restare in sella al mio Velosolex per otto ore al giorno, con una velocità massima di 30 chilometri orari. Partirò da Velate, nel cuore della Brianza, per puntare diritto verso la Liguria, poi costeggerò il mare sino a Barcellona, dove rientrerò all’interno della Spagna, tra Madrid e la costa, prendendo di riferimento il classico ‘cammino di Santiago de Compostela’, l’itinerario del pellegrinaggio più famoso del mondo, ovviamente precluso ai mezzi a motore.

 

Un compleanno particolare

 

Lunedì 27 maggio festeggerò in terra spagnola, senza alcuna persona cara al fianco, il mio sessantaquattresimo compleanno, ma in compagnia solo del fido Velosolex. E questo mi basta! Calcisticamente parlando, ho iniziato ad assistere alle partite importanti all’età di 10 anni, tenendo stretta la mano di mio padre, accanito tifoso juventino, nell’entrare allo stadio torinese, spesso meta delle nostre giornate domenicali. Erano i tempi del grande Sandro Salvadore, libero e leader della compagine bianconera dal 1962 al 1974, con un palmares di 331 gare disputate e 15 reti realizzate , per poi passare a fare l’allenatore delle squadre giovanili della stessa società nella stagione 1990/1991, con il ricordo della medaglia d’oro conquistata, con la maglia azzurra, ai Campionati Europei di Italia 1968. Io, a fine anni Sessanta ed all’inizio dei Settanta, impazzivo per lui. Prometto che, se riuscirò a portare a termine felicemente l’impresa spagnola, sarò, al mio ritorno, tra i primi sportivi brianzoli ad acquistare il biglietto per la partita d’esordio del Monza allo U-Power Stadium per il suo terzo campionato di Serie A. Se la società biancorossa è stata felice di raggiungere la massima categoria dopo 110 anni di attese, io mi riterrò di certo estremamente soddisfatto, se Dio lo vorrà, d’aver tagliato il traguardo di Santiago de Compostela, con 64 primavere sulle spalle e con i colori biancorossi sempre in grande spolvero. Da vecchio portiere, seppure d’oratorio, non posso che prevedere una carriera strepitosa per Michele Di Gregorio, con un prossimo passaggio in un top club. La stessa cosa immagino accadrà per Andrea Colpani, giocatore di gran classe, forte alfiere del centrocampo biancorosso, con numeri sempre di alta scuola.”

 

A cura di Enzo Mauri.

 

Foto per gentile concessione di Piero Marchesi.