Quando il Monza portò tre “bacioni” a Firenze…

27 agosto 1972, l’estate regala i suoi ultimi giorni di vacanza e di caldo. Sulle spiagge italiane, ancora affollate, i juke box e le radio propongono le canzoni del “Disco per l’Estate” (ma perché ci hanno tolto le cose più belle…?). Spicca su tutti la canzone “Quanto è bella lei”, la trionfatrice del festival, cantata da un giovane, affascinante Gianni Nazzaro.
Quel 27 agosto, però, i tifosi monzesi canteranno “Quanto è bella lei” in riferimento alla loro squadra del cuore, che nella partita inaugurale del girone eliminatorio di Coppa Italia infligge una sonora lezione di calcio alla Fiorentina in terra toscana. Per i gigliati è una batosta da lasciare il segno, una batosta resa ancor più umiliante dal fatto che, oltre a essere stata inflitta da una squadra di serie B, quella sera la formazione scesa in campo contro il Monza era quella titolare: Superchi, Perego, Galdiolo, Scala, Brizzi, Orlandini, Caso, Merlo, Sormani, De Sisti, Saltutti.
Allenatore, un certo Nils Liedholm..

 

La sfortunata “prima volta” di Antognoni

 

La squadra biancorossa, da par suo, rispose con una formazione fatta da nomi pressoché sconosciuti, se si esclude Mario Trebbi, campione d’Italia e D’Europa con la maglia del Milan. Questo l’11 mandato in campo dal tecnico biancorosso Franco Viviani: Gazzaniga, Lievore, Colletta, Tomeazzi, Trebbi, Fontana, Montorsi, Fara, Blasi, Dell’Angelo, Ballabio. I gol arrivarono tutti nella ripresa, per merito di Blasi, Ballabio e Fontana. Fiorentina ammutolita, e con essa tutti i 10 mila tifosi gigliati presenti sulla gradinate dello Stadio Comunale. Da notare che al minuto 70, Nils Liedholm mandò in campo un diciottenne chiamato Giancarlo Antognoni, che esattamente 10 anni dopo diventò Campione del Mondo con la maglia della Nazionale azzurra. Per il Monza quello fu il classico fuoco di paglia: in campionato le cose andarono decisamente male, con un epilogo nero che più nero non si può, ovvero… retrocessione in serie C maturata nelle ultime due giornate, quando la salvezza sembrava ormai cosa fatta.

 

Gianni Santoro

 

Nella foto Caprotti: la formazione biancorossa scesa in campo quella sera a Firenze.