Fossati e Besana: bravura e humor a braccetto (Parte 2)

Mercoledì 19 settembre 1970, in occasione dello spareggio Monza-Atalanta di Coppa Italia, in programma sul campo neutro di San Siro con inizio alle ore 16.30, Giovanni Fossati venne a trovarsi in grosse difficoltà. Motivi della sua preoccupazione: i tempi ristrettissimi per poter rispettare la regolare chiusura settimanale de ‘Il Cittadino’ che doveva, immancabilmente, uscire il giorno seguente riportando, per rispetto verso i lettori, anche l’esito ed il commento dell’evento in questione.

 

Tempi supplementari di Monza-Atalanta non graditi in tipografia…

 

Il caporedattore si assicurò, quindi, con l’amico e bravo collaboratore Giancarlo Besana di poter avere a disposizione l’articolo, con il relativo tabellino della gara pomeridiana, alle ore 18.30 precise, in modo di stare nei termini di tempo imposti tassativamente dalla tipografia. Visto che la conclusione regolare dell’incontro si poteva presumere, minuto più, minuto meno, intorno alle 18.15, tutto, alla fine, sembrava organizzato nel migliore dei modi possibile. All’orario stabilito, all’apparecchio posizionato sui banchi della Tribuna Stampa dello stadio milanese, arrivò, quindi, puntuale la concordata telefonata dalla tipografia monzese del giornale. Dall’altra parte del filo, Giovanni Fossati, già in grande trepidazione, andò subito al sodo: ‘’Giancarlo, per favore, dammi al volo l’articolo, con il risultato finale e le formazioni scese in campo, che devo chiudere immediatamente Il Cittadino’’. ‘’Giovanni, non posso” replicò candidamente Besana. “La partita è finita proprio pochi minuti fa con il risultato di 0-0 e, quindi, si dovrà procedere con i tempi supplementari e, in caso di ulteriore situazione di parità , con i calci di rigore.’’ Da incorniciare fu la risposta dell’irriducibile caporedattore: ‘’Giancarlo, sei sempre il solito, non ci si può fidare di te! Dovresti ormai saperlo che a quest’ora del mercoledì io sono obbligato a chiudere sistematicamente il giornale e che i tipografi non vogliono sentire storie….’’. Per la cronaca, alla fine, il Monza si impose 5-4, dopo i tempi supplementari terminati 1-1 (reti di Prato al 92’, su trasformazione dagli undici metri, per i biancorossi ed autorete del portiere Pinotti al 97’ per l’Atalanta) ed i conseguenti calci di rigore, tra le maledizioni del povero Giovanni Fossati, stressato, con l’orologio in mano, nella tipografia de Il Cittadino.

 

Io e il Gianca insieme, dal parrucchiere di Sandro Mazzola

 

Avevo conversato al telefono, per l’ultima volta, con l’amico Giancarlo, in occasione del suo settantaseiesimo compleanno. Nel fargli gli auguri, gli avevo ricordato, simpaticamente, i particolari del nostro primo incontro, nel lontano 1973, da un parrucchiere, a Monza, in via Felice Cavallotti. Entrambi eravamo stati indirizzati lì da Giancarlo Pozzi, allora vulcanico direttore del settimanale Regione Express, cronista di tutte le partite del Monza, prima per il Guerin Sportivo e, quindi, per la sua ‘creatura’ giornalistica locale. Scopo della nostra presenza dall’estroso barbiere: usufruire di una strana ed originale convenzione pubblicitaria avviata proprio da questo poliedrico giornalista professionista con il titolare del negozio. L’accordo prevedeva il taglio gratuito dei capelli a lui ed agli amici collaboratori della stampa di casa, come supplemento alla modesta cifra concordata in cambio di spazi di advertising e redazionali sul suo giornale. Tra i clienti del coiffeur Gaetano, scomparso nei mesi scorsi, allora, vi era pure Sandro Mazzola, popolare centrocampista offensivo dell’Inter, campione d’Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970 con la nazionale italiana. Ricordo che, onde evitare il possibile assalto degli sportivi brianzoli ed, in particolare, dei tifosi nerazzurri in transito nella zona durante il servizio, il campione veniva, immancabilmente, fatto accomodare nella saletta retrostante, seduto con la classica mantella bianca legata al collo, dietro agli specchi e lontano da sguardi indiscreti. Solo, eccezionalmente, a me ed al ‘Gianca’, l’estroso Gaetano, in caso di nostra presenza in concomitanza con quella del giocatore, cosa capitata un paio di volte, consentiva l’accesso nel piccolissimo locale di retro bottega per un saluto lampo al grande Sandro Mazzola, sostenendo che la stampa locale doveva avere questo onore. Quel giorno dell’ultimo compleanno, al telefono con me, il caro Giancarlo fece volentieri questo inaspettato salto nel passato, ringraziandomi tanto d’avergli riproposto il curioso episodio, ormai remoto nella sua mente. Non mancò, poi, di manifestarmi, ancora una volta, la sua profonda amicizia, nata proprio quel lontano pomeriggio del 1973 durante un taglio di capelli e proseguita, con sempre maggior vigore, nel corso di intensi e piacevoli decenni. Io avevo iniziato a scrivere da pochi mesi, proprio per Regione Express e lui, già apprezzato cronista, volle conoscermi personalmente, avendo letto con interesse uno dei miei primi articoli sul Monza. Mi incoraggiò, così, a proseguire nella carriera giornalistica con grinta, determinazione e fantasia, esattamente tre delle sue principali doti. Finimmo, poi, dopo alcuni anni, per ritrovarci insieme a collaborare per L’Eco di Monza e della Brianza, sotto la guida del bravo ed originale direttore Brizio Pignacca, lui scrivendo, seppure saltuariamente, del Calcio Monza, io delle epiche imprese di Vittorio Brambilla, delle gare motoristiche in Autodromo e dei risultati conseguiti sulla pista di via Boccaccio dall’Hockey Club Monza.

 

Quando Besana corresse un articolo in prima pagina a Candido Cannavò…

 

Lo ‘Zio Bes’, nato il 29 novembre 1943, per una vita, correttore di bozze al Corriere della Sera e, in qualche occasione, de La Gazzetta dello Sport (una volta, senza paura di essere irriverente, corresse alcuni errori madornali in un articolo di prima pagina persino al direttore Candido Cannavò), ci ha tristemente lasciato il 26 marzo 2020, nel momento più intenso della maledetta pandemia, dopo una lunga e pesante malattia. A causa dell’isolamento in corso e del rischio contagio, non fu possibile neppure salutarlo per l’ultima volta con il dovuto funerale. Restarono solo, a distanza di chilometri da lui, le tante lacrime versate, oltre che dai colleghi più intimi e dai tanti amici di una vita, dalla moglie Maddalena, sposata nel 1975, dopo un lungo fidanzamento iniziato all’età di 18 anni, dal figlio quarantasettenne Andrea, professionista nel settore tecnico a Lanzarote, nel suggestivo scenario delle Isole Canarie e dalla figlia quarantenne Martina, veterinaria, impegnata, in Toscana, nella gestione di un’azienda agricola, con allevamento di cavalli.

 

(Fine seconda parte)

 

Enzo Mauri

 

Nella foto Caprotti: Giancarlo Besana con Pierluigi Frosio