L’anima inquieta del “Mondo”

Nel vorticoso intreccio di “ex” biancorossi e granata, un articolo a parte lo merita sicuramente Emiliano Mondonico, uno di quei personaggi che, nel mondo del calcio come in altri sport, viene definito “trasversale”. Nato e cresciuto sulle rive dell’Adda, dove i genitori gestiscono una delle tante trattorie tipiche e a affascinanti della zona, Mondonico inizia a dare i primi calci a un pallone all’oratorio; un giorno, un osservatore della Cremonese nota che nel ragazzino c’è del talento e lo porta nella società grigiorossa, dove debutta a 19 anni, nel 1966, per giocare due stagioni, la prima in serie D, la seconda in C.

 

La grande chance in maglia granata

 

Su di lui, nel frattempo, ha messo gli occhi il Torino: siamo nel 1968 e la società granata è ancora sotto choc per la morte di Gigi Meroni, avvenuta tragicamente il 15 ottobre dell’anno precedente (investito da un auto guidata da Attilio Romero che, per ironia della sorte dopo molti anni diventerà il presidente del club piemontese…). Il Torino individua in Mondonico il possibile erede di Meroni (stesso fisico, caratteristiche tecniche molto simili) e lo acquista. Purtroppo le aspettattive del club granata verranno disattese: 14 presenze in campionato, due sole reti.

 

Il rilancio del “Mondo” a Monza

 

A questo punto entra in scena il Monza, serie B. Siamo nell’estate del 1970, la società biancorossa ha mancato di un soffio la promozione e vuole riprovarci. In panchina c’è Gigi Radice, che ancora non immagina di quanto entrerà nella storia della società granata da lì a qualche anno. Mondonico gioca 23 gare di campionato e realizza 7 gol, il Monza disputerà un campionato molto mediocre, nonostante i propositi della vigilia, ma il “Mondo” è pronto a rilanciarsi in grande stile. Prima l’Atalanta (con scarso profitto), poi l’esplosione con la maglia della Cremonese, dove diventa il più grande marcatore nella storia del club con 88 reti all’attivo.

 

L’epopea di Mondonico allenatore

 

Appese le scarpette al chiodo, Mondonico intraprende la lunga e fortunata carriera di allenatore: tra le tante squadre allenate: Cremonese, Como, Atalanta, Torino, Napoli, Fiorentina. I ricordi migliori li lascia indubbiamente a Torino, sponda granata, ma ovunque il “Mondo” riscuote simpatia e consensi per la sua indole decisa, sanguigna, e per la capacità (e il coraggio) di dire sempre ciò che pensa. L’uomo venuto dalla semplicità della campagna, dove si lavora sodo e i sudori della fronte sono come medaglie. L’uomo delle promesse, talvolta non mantenute, altre volte (le più) realizzate alla grande. Mondonico muore nel 2018, a 71 anni, per il riacutizzarsi di un tumore di cui soffriva dal 2011.

 

Gianni Santoro

 

Foto: Caprotti.