Maldini: oltre al cognome c’è di più…

Non è certo un mistero che l’avvento di Daniel Maldini al Monza nella sessione invernale del calcio mercato non sia stato accolto di buon grado dalla quasi totalità della tifoseria biancorossa. Certo il curriculum vitae dell’attaccante dal cognome pesante non è che sia tale da far accapponare le pelle, questo è un dato di fatto, tuttavia si sono letti e sentiti commenti d’inaudita cattiveria nei confronti di un ragazzo umile e tranquillo, capace di farsi trovare al posto giusto al momento giusto, così com’è accaduto a Salerno al minuto 78 di una partita che il Monza stava cercando di capitalizzare in tutti i modi, con l’insidia di una beffa atroce in subdolo agguato.

 

Maldini ha realizzato una splendida rete, un mix di freddezza e precisione degni di un grande attaccante. E qui il cognome pesante c’entra poco o nulla: in quella rete è racchiusa la rapacità dell’attaccante, la sfrontatezza della gioventù e per ultima, in ordine puramente casuale, la rabbia di dover continuamente dimostrare a se stesso e soprattutto agli altri, di non essere lì dov’è solo per il cognome ingombrante che porta. Ingombrante perché è un onere doppio, Maldini padre e Maldini nonno, Paolo e Cesare, due monumenti del calcio.

 

Bravo Daniel, orgoglio di famiglia ma da oggi, si spera, anche orgoglio di una tifoseria (fortunatamente non tutta) che dimentica con troppa facilità dove eravamo e dove siamo adesso. Bravo, ma che sia solo l’inizio, da qui a Maggio. Poi, si vedrà, chissà…