Magni e il Monza, il viaggio continua

A cura di Enzo Mauri

 

Continua il nostro viaggio nella vita biancorossa di Alfredo Magni, ecco qui la seconda parte, la prima la trovate qui. Sempre a cura del nostro Enzo Mauri.

 

Per svariati anni, nell’era Cappelletti durata dal 1972 al 1980, teatro delle storie liete e meno liete del Calcio Monza fuori dal ‘Sada’ fu il ristorante Le Quattro Stagioni, il “covo” biancorosso di viale Fulvio Testi, in territorio di Cinisello Balsamo, dove abitualmente il presidente-industriale consumava molti dei suoi pranzi e delle sue cene. 

 

Il caratteristico locale si trovava vicinissimo alla sede di lavoro del “pres”, l’Angelo Cremona SpA, azienda produttrice di macchine utensili per la lavorazione del legno, con sede sul viale Lombardia, al confine con il capoluogo brianzolo.        

                                                          

Qui, tra una portata e l’altra, Roberto Antonelli finì al Milan, Pulici trovò una dislocazione provvisoria prima di passare all’Ascoli e la coppia dei sogni Buriani-Tosetto raggiunse in un baleno l’Olimpo della Serie A.

 

Il 30 maggio 1979, tre giorni dopo il successo per 1-0 al Sant’Elia di Cagliari, grazie ad una rete di Penzo al 3’, con la formazione biancorossa lanciatissima verso la Serie A, il locale Le Quattro Stagioni ospitò un’altra significativa tappa della storia del Calcio Monza: l’ultimo accordo tra il presidente Cappelletti ed Alfredo Magni.

 

Sul piatto, una nuova collaborazione, la quinta da inizio campionato sulla panchina biancorossa, e da siglare prima ancora di conoscere l’esito del torneo, ormai alle battute conclusive (lo spettro dello spareggio di Bologna, contro il Pescara, era ancora lontano alcune settimane).

 

Quinto sì quasi a scopa

 

Per l’importante intesa tra Alfredo Magni ed il presidente Giovanni Cappelletti, la quinta della serie da inizio stagione, il copione subì, però, un insolito e radicale cambiamento. L’atteso sì non scaturì, infatti, come ipotizzabile, durante la cena, con commensali, oltre ai due personaggi già citati, il segretario generale Sergio Sacchero, il direttore sportivo Livio Ghioni, la ‘matricola’ Fontana, reduce dalla promozione conseguita al corso di abilitazione allenatore-istruttore di prima categoria per giovani calciatori presso il noto Centro di Coverciano, e tale Giani, un consigliere brianzolo di fresca nomina. Bensì, a sorpresa, in condizioni davvero particolari.

 

La cena, quella sera, era volata via più veloce del solito ed al vecchio “Sacco”, come veniva chiamato il segretario dagli addetti ai lavori, considerando l’orario non proprio proibitivo, venne l’idea di proporre al gruppo un’originale partita a scopa.

 

Al tavolo quadrato, presero così posto, uno di fronte all’altro, Sacchero e Fontana, come prima coppia, nonché  Ghioni e Giani, come duo sfidante. Seduti in un angolo ad assistere al gioco: Alfredo Magni e Giovanni Cappelletti, quest’ultimo non proprio entusiasta della proposta del suo collaboratore e decisamente annoiato nell’osservare la  svogliata disputa. Il presidente, allora, pensò bene di movimentare il noioso epilogo della serata con un colpo da maestro.

 

Prese in disparte il suo trainer, pure lui scocciato dal fatto di dover trascorrere le ultime ore della giornata attorno ad un tavolo da scopa, e, senza troppi preamboli, ma con il suo inconfondibile stile, gli formulò, sorridendo, una domanda davvero impegnativa: ‘’𝐴𝑙𝑓𝑟𝑒𝑑𝑜, 𝑡𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑖𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑎𝑐𝑐𝑒𝑡𝑡𝑎𝑟𝑒, 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑠𝑒𝑟𝑎, 𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑜𝑓𝑓𝑒𝑟𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑎𝑏𝑜𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑠𝑠𝑖𝑚𝑜 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑖𝑜𝑛𝑎𝑡𝑜, 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑎𝑙𝑙’𝑒𝑠𝑖𝑡𝑜 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑡𝑜𝑟𝑛𝑒𝑜?’’.

 

Magni, preso alla sprovvista, prima tergiversa, poi, sotto le pressioni del’ Sciur Giuan’, smanioso di poter offrire al più presto questo atto di fiducia del suo mister a giocatori, colleghi dirigenti ed alla stampa, finì per accettare l’accordo di massima sulla parola. 

 

Vie le carte, su i bicchieri

 

La partita a scopa subì, così, un brusco arresto; nessuno pensò più a ‘settebello’ e primiera e le carte finirono tutte miseramente gettate sul tappeto verde.

 

Tra le mani degli ormai ex giocatori della serata, sorpresi e stupiti per l’inaspettato evolversi della riunione, presero il loro posto calici colmi di Dom Pérignon, lo champagne preferito da Cappelletti, fatti arrivare in sala da quest’ultimo, con un tempismo da primatista del mondo.

 

L’Alfredo alzò per primo il bicchiere al cielo, tralasciando così un velo di rammarico per i sogni rossoneri svaniti pochi giorni prima nel nulla, con l’annuncio ufficiale da parte dei dirigenti del  Milan dell’ingaggio del collega friulano Giacomini per la loro panchina.

 

Nel festoso atto, abbandonando anche le ultime riflessioni sulle intriganti offerte pervenutegli in settimana dall’Ascoli, dal Verona e dal Vicenza, il trainer brianzolo non mancò, con il suo humor tipicamente inglese, di far giungere, comunque, ai presenti una sua ironica precisazione: ‘’𝑆𝑖𝑎 𝑏𝑒𝑛 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑜 𝑐ℎ𝑒, 𝑠𝑒 𝑖𝑙 𝑅𝑒𝑎𝑙 𝑀𝑎𝑑𝑟𝑖𝑑 𝑜 𝑙𝑎 𝐽𝑢𝑣𝑒𝑛𝑡𝑢𝑠 𝑑𝑜𝑣𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑜 𝑓𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑟𝑒𝑡𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑜𝑠𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑠𝑠𝑖𝑚𝑒 𝑠𝑒𝑡𝑡𝑖𝑚𝑎𝑛𝑒, 𝑚𝑖 𝑣𝑒𝑑𝑟𝑒𝑖 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑀𝑜𝑛𝑧𝑎, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝑎𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑚𝑜𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑛 𝑆𝑒𝑟𝑖𝑒 𝐴 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑎𝑡𝑡𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑠𝑞𝑢𝑎𝑑𝑟𝑎 … ’’.

 

Nella stagione 1979/80, la formazione biancorossa fu guidata, quindi, per la quinta volta consecutiva da inizio torneo da Alfredo Magni, bravo ad eguagliare il record fatto registrare, a cavallo degli anni Cinquanta, da Annibale Frossi.

 

Le cose non andarono però bene in campionato, dove i giovani Paolo Monelli e Daniele Massaro, affiancati in attacco da Ugo Tosetto e Francesco Vincenzi, avevano preso il posto degli esperti  Massimo Silva e Domenico Penzo, e la compagine biancorossa, estromessa già al primo turno di Coppa Italia, si classificò alla fine solo sesta.

 

Di conseguenza, l’annata successiva fu caratterizzata, sin da prima dell’avvio, da un clamoroso ribaltone: fuori Giovanni Cappelletti ed Alfredo Magni, dentro Valentino Giambelli  e Sergio Carpanesi, poi sostituito, all’undicesima giornata, da Lamberto Giorgis, costretto, a sua volta, a lasciare la panchina brianzola alla trentesima, per permettere a Franco Fontana di guidare la squadra negli ultimi otto incontri stagionali. Nonostante questo complesso avvicendamento, il Monza uscì al primo turno di Coppa Italia e retrocesse tristemente in Serie C1.

 

Tra qualche giorno leggerete anche l’ultimo atto di questa grande storia d’amore tra Magni ed il Monza

 

Foto: Di Cuonzo, Caprotti

 

Enzo Mauri